Quando le mani sanno parlare…
Cosa osservate di un persona che vi sta parlando? Gli occhi? Sicuramente; dallo sguardo si può capire molto del vostro interlocutore. E le mani? Io le guardo sempre, osservo i loro movimenti, le proporzioni, la forma. È quasi un’ossessione, per me (ne ho fatto anche un intero archivio su Pinterest).
E così ho cominciato ad osservare le mani nella pittura. Mani che si protendono oltre la tela, mani che si adagiano mollemente in grembo, mani intimidite, mani sicure di sé, mani languide, mani schizzinose…
Ma la passione per le mani non è, naturalmente, una mia personale mania. È una storia molto lunga che comincia con la storia dell’uomo… una delle rappresentazioni più antiche che esistano, infatti, è quella delle impronte di mani. E, dopo migliaia di anni, le mani continuano ad essere oggetto di attenzione da parte degli artisti.
E l’osservazione delle mani è persino il tema di una bellissima canzone di Giorgio Gaber!
Mille modi, dunque, per parlare di mani che parlano… ed ecco, allora, alcune mani famose dal mondo della scultura.
Qui sotto, invece, studi di mani. La rappresentazione delle mani, difatti, è talmente complessa che una buona parte del lavoro degli artisti di tutti i tempi si è incentrato sullo studio e l’analisi delle varie posizioni delle mani.
Un esempio tutto particolare è quello della mano-colomba realizzata da Le Corbusier come simbolo della città di Chandigarh.
E quando gli artisti non disegnano le mani, se le fanno fotografare con un certo compiacimento…
Ma veniamo a versioni più contemporanee delle mani e iniziamo con una “performance” di sole mani per mettere in scena il cenacolo leonardesco.
E poi un dialogo vero e proprio composto da una serie di tredici fotografie scattate da Rudolf Bonvie dal titolo, appunto, “Dialog“.
Si possono creare mani con un’infinità di tecniche e materiali.
Per far esercitare gli studenti si può proporre loro di disegnare la propria mano e decorarla con gli zentangle o con altre semplici tecniche di sicuro effetto!
Quando saranno diventati più bravi forse potranno avventurarsi in disegni come questi…
Le mani di Kate Street escono, invece, fuori dalla parete con una gestualità articolata ed eloquente!
Restando in tema di mani “tridimensionali”, guardate un po’ cosa si può fare giocando con un po’ di mani e di pazienza!
Con un po’ di tempo e di fantasia si può anche fare un’animazione solo con le mani.
Ma il più creativo “giocatore di mani” resta il mitico Mario Mariotti, quello dell’immagine in apertura del post e delle mani dipinte qui sotto. Un esperimento creativo chiamato “Animani”, (inventato dall’artista negli anni ’80) con le mani che si trasformano in cani, pavoni, zebre e poi diventano calciatori, orchestranti o atleti.
Non posso non citare, per finire, quel genio di Bruno Munari con il suo “Speak italian”, supplemento al dizionario italiano composto da una guida all’interpretazione dei gesti. Se non sono mani parlanti queste, allora ditemi voi!
Affascinante .grazie
Grazie. Bellissimo articolo. Grazie anche da parte del babbo 😉
Che meraviglia essere letta – indirettamente – anche da Mario Mariotti! Grazie Andrea ❤️
Le mani di alcune madonne o personaggi femminili, soprattutto rinascimentali, sono particolarmente affusolate e quasi inverosimili. Mi ricordo di aver letto che l’influenza dei disegni di Leonardo da Vinci, con i suoi studi sugli arti (le ali soprattutto), possa aver influenzato questo tipo di raffigurazione. Non ho trovato però un testo che affronti l’argomento nello specifico. Può darmi qualche suggerimento?
Complimenti per i suoi interessanti accostamenti.
Grazie per l’apprezzamento, Rosaria. Non credo che esistano testi specifici sulle mani rinascimentali, forse delle tesi di laurea o degli articoli su ruvuste. Ma non ne conosco.
“…Così, per ogni città, alle notizie fondamentali enunciate in vocaboli precisi, egli faceva seguire un commento muto, alzando le mani di palma, di dorso, o di taglio, in mosse diritte o oblique, spasmodiche o lente. Una nuova specie di dialogo si stabilì tra loro: le bianche mani del Gran Kan, cariche di anelli, rispondevano con movimenti composti a quelle agili e nodose del mercante. Col crescere d’un’intesa tra loro, le mani presero ad assumere atteggiamenti stabili, che corrispondevano ognuno a un movimento dell’animo, nel loro alternarsi e ripetersi. ..”
Le Città Invisibili, Italo Calvino
…Manu l’ho appena riletta e mi è venuto in mene questo tuo post… irresistibile accostarla.
Perfetta anche questa 🙂
“… Una mano, giacché ho preso questo esempio, non si collega soltanto al corpo, bensì esprime e continua un pensiero che bisogna cogliere e rendere…
Da “Il capolavoro sconosciuto”, H. de Balzac
Perfetta!
Ben detto! (Incluso il giudizio su Cattelan che condivido) … per questo, nel dubbio, salvo sempre quella di espressione.
Negarla … sarebbe una tragedia greca.
L.O.V.E.
Ovvero “Libertà, Odio, Vendetta, Eternità”
http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/05/18/news/il_dito_di_maurizio_cattelan_per_sempre_in_piazza_affari-35357165/?refresh_ce
http://www.artribune.com/report/2011/11/come-cattelan-nessuno-mai/
L’acronimo mi ricorda istintivamente la filastrocca del liceo “olbos, koros, ubris, ate”.
Prosperità, Sazietà, Dismisura; Sventura. Ma non oso certo tirare in ballo la Tragedia greca, di cui ho un concetto sacrale, con Cattelan. (Però a ripensarci…)
Gli spunti sono comunque molti e personalmente sono sempre a favore della Libertà … prima di ogni altro valore.
Non mi intriga molto ma mi diverte sufficientemente, Cattelan.
Con gli acronimi inaspettati mi piaceva giocare coi miei figli quando erano un po’ più piccoli, partendo dal famoso SPQR che per Obelix diventava Sono Pazzi Questi Romani (i miei riferimenti sono più terra terra rispetto ai tuoi…). Ne facevamo altri che dovevano essere piccole frasi: “Se Parti Qui Ritorna”.
Quanto alla libertà è un’invenzione fragile e pericolosa. Da maneggiare con cura. Ci vuol poco a negarla in nome di se stessa…
interessantissimo l’argomento trattato: “Quando le mani sanno parlare” è un argomento che mi ha sempre affascinato quando ho visto per la prima volta un quadro di Picasso del periodo BLU. Questo dipinto, del quale purtroppo non ricordo il titilo, rappresenta un cieco in una osteria che cerca di afferrare una bottiglia sul tavolo, osservare quelle mani rivelano un incedere incerto caratteristico di un non vedente.
Bellissimo sito molto emozionante graize
Potrebbe essere utile integrare il discorso con la funzione “matematica” dell’uso delle mani e delle dita, vedi tabelle di Pacioli e del venerabile Beda: http://areeweb.polito.it/didattica/polymath/ICT/Htmls/Argomenti/Infoe/InfoeDita/Dita.htm
Grazie, davvero interessante 😀
Le mani… impossibili.
grazie per quest’altra perla che ci hai regalato.sto leggendo l’ultimo lavoro do M.Recalcato “le mani della madre.poiche con i miei alunni di quinta abbiamo deciso di leggere “Medea “di Euripide, vorrei realizzare con loro un lavoro di scrittura , musica e arte sfruttando il tema delle mani.sicuramente sarà prezioso questo tuo contributo.
Fantastico! Grazie a te per l’apprezzamento 🙂
…condivido….è da molto, dalla mia infanzia che disegno le mani, anch’io nelle diverse posizioni ….è vero che osservandole….si comprendono significati che spesso ignoriamo e che se imparassimo a leggere ci direbbero molto….
P. S. : splendido era anche l’articolo (dicembre) che comprendeva il confronto delle mani della Vergine, nelle natività del Bellini.
Il Vostro peggior difetto è che con la Vostra bravura avete limitato, o pressoché esaurito, i miei termini per dimostrare l’ apprezzamento. D’ora in poi numeri: 9.
Che entusiasmo! Sono davvero lusingata!!! 😀
L’articolo spinge veramente a riflettere. E’ vero, le mani, il loro movimento, la loro gestualità indicano la natura di chi ci sta di fronte, la sua personalità, il suo modo di pensare…anche se nessuno di noi, credo, vi badi. Mi piacerebbe approfondire l’argomento….cosa mi proponi di leggere?
Ciao, grazie dell’apprezzamento. Ci sono tantissimi libri che trattano l’argomento. Molti sono a carattere psicologico, altri vanno sull’esoterico…
Io non l’ho letto ma questo testo sembra interessante:
Mani che parlano. Gesti e psicologia della comunicazione
Grazie mille di questo bellissimo articolo ! Mi é presa la voglia di pitturare le mie mani ! chissà come verrà !
Bene o male che venga, sarà stato un momento di creatività 😉
meraviglia!
😀
Sono un’altra Alessandra: un grande grazie per l’arricchimento culturale e gli spunti di riflessione che proponete. Attualmente siete il mio blog preferito (per quanto possa contare il mio parere… ^__^ ).
Alla prossima occasione!
Quante Alessandre tra le mie lettrici! Grazie mille per i complimenti 🙂
P.S. Mi stai dando dei “voi” o immagini che ci sia una redazione numerosa?
Ti rivelo un segreto… faccio tutto da sola 😉
E’ sempre un grande regalo ricevere i percorsi d’arte che ci proponete – grazie
Grazie a te per l’apprezzamento, Loredana!
segnalo un post ‘fotografico’ sul tema, che mi pare possa aggiungere interessanti integrazioni
http://blog.efremraimondi.it/?paged=3
complimenti e saluti!
Grazie Vilma, un link molto originale!
Bellissimo percorso nel mondo delle mani! Grazie, mi ha divertito e sorpreso! Un bel regalo!
😀
Che post spettacolare!
Tutto un modo da scoprire, quello delle mani.
Grazie!
Grazie a te, Alessandra!
Mi ha colpito l’articolo. Anche io adoro osservare il dettaglio delle mani nelle diverse forme d’arte. Nel caso dei dipinti vorrei citare il ritratto di Paolo III di Tiziano. Concorre assieme al volto il dettaglio della mano, stretta al manico della poltrona, ad indagare la psicologia del personaggio, della sua personalità. In quella mano, nel suo gesto, c’è tutta la tenacia del vecchio papa. La sua energia è palpitante “attaccato”, è il caso di dirlo, al suo scranno.
Conoscevo la fotografia di Picasso dietro la finestra. Mette in risalto il ruolo delle mani, come qualcosa di tangibile e solido che opera in modo concreto, nel processo di trasfigurazione operato dall’artista quotidianamente sulla realtà che osserva. Un aspetto messo in evidenza in un altra fotografia, di Man Ray, sempre ritratto di Picasso dove le grandi mani dell’artista assumono insieme agli occhi una rilevante importanza. Le mani sono la sua stessa sostanza e consistenza di artista.
Grazie per queste tue riflessioni, Serena. Sono un arricchimento dell’articolo 🙂