Fare un blog come attività interdisciplinare
Si parla tanto, a scuola, di promuovere la capacità di affrontare un argomento in modo interdisciplinare ma, di fatto, si fa poco di concreto. Soprattutto perché si cerca di restare sempre nell’ambito dei programmi delle singole discipline (ovviamente parlo per esperienza personale, non voglio generalizzare).
Io credo invece che andrebbero esplorati terreni nuovi e spazi creativi nei quali non è possibile pensare separatamente i vari aspetti di un problema.
Quali potrebbero essere? Per me è fin troppo ovvio: quelli legati alla comunicazione con gli strumenti digitali. Per esempio la realizzazione di un blog.
Sarebbe un’attività reale, concreta, che richiede capacità di gestione di una piattaforma tipo WordPress (quindi tutti gli aspetti tecnico-informatici di base), saper scrivere per il web (dunque lavorare sul linguaggio, sugli stili di comunicazione), scegliere siti autorevoli per trovare informazioni (cioè saper fare ricerche corrette, senza incappare nelle fake-news), selezionare le immagini (quindi sapere le norme sul copyright, ma anche saper scattare delle buone foto, conoscere le caratteristiche dei file di immagine e un minimo di fotoritocco), moderare i commenti (imparare a dialogare in modo corretto e mai offensivo).
Un blog di classe è un’esperienza ricca, perché occorre lavorare su una programmazione comune, su un piano editoriale e su un’attenta divisione dei compiti.
Chiaramente esiste già da tempo. Qui ce n’è un lungo elenco.
Ma il blog come progetto interdisciplinare richiede un approccio più sistematico e in particolare incontri con i professionisti del settore, sia blogger di fama (da Salvatore Aranzulla a Riccardo Scandellari) che esperti di scrittura e comunicazione (come Annamaria Testa e Luisa Carrada), che di grafica e comunicazione visiva (ad esempio Riccardo Falcinelli).
Tra l’altro il blog non si conclude mai in se stesso, ma va promosso attraverso tutti i canali social. Dovrà avere il suo account curato in modo altrettanto professionale. Dovrà avere uno stile, un’identità riconoscibile perché basata su un argomento chiaro, forte e articolato.
Non si può fare, infatti, un blog e basta. Prima occorre trovare l’argomento centrale. Questo mio, ad esempio, gira tutto attorno alla didattica dell’arte, al linguaggio delle immagini. Per il blog interdisciplinare di classe serve un tema altrettanto definito ma di ampio respiro.
Tutto questo, tra l’altro, potrebbe servire al futuro lavorativo degli studenti: qualsiasi cosa sceglieranno di fare dopo il liceo, dal medico al giornalista, dall’ingegnere al traduttore, non potranno fare a meno di usare la comunicazione digitale per promuovere la loro professione, per connettersi con reti lavorative, per raccontare il loro punto di vista. E un blog è la palestra migliore per imparare a comunicare nel mondo digitale.
Parola di blogger!
Oh finalmente un progetto 2.0 per l’alternanza scuola-lavoro, un’idea bellissima!
Grazie Luca.
Ok. Adesso siamo in fase di revisione di bozze, i libri saranno stampati per febbraio, ti faccio sapere. Buona serata.
Interessante
Cara Emanuela, non posso non scriverti dopo questo post. Infatti ho appena finito di completare un corso di blogging per il nuovo testo di geografia turistica per la DeAgostini, un laboratorio proprio nell’ottica della scuola-lavoro. Trattandosi di geografia turistica la proposta è, naturalmente, di un travel blog. Il corso è strutturato su due anni, per complessive trenta pagine, e guida passo passo i ragazzi, a gruppi, nella creazione di un blog. Si parla di tutto, dalla scelta del nome all’etica del blogging, da come si scrive un articolo ai social network, ecc. Io mi sono divertita da pazzi e spero funzioni anche in classe, vedremo l’anno prossimo. Se vuoi saperne di più fammi sapere. Un abbraccio.
Ottimo, allora tienimi aggiornata!