La creatività per imparare a disegnare
Questo era il titolo di un laboratorio che ho tenuto in occasione del Festival del Disegno, un entusiasmante evento organizzato da Fabriano (sì, quelli degli album) all’interno del Castello Sforzesco di Milano nei giorni 14 e 15 settembre.
Il mio laboratorio, rivolto a insegnanti, illustratori ed educatori, aveva come scopo non tanto spiegare come si insegna il disegno ma come far usare ai ragazzi il disegno per liberare l’immaginazione (e viceversa). Esattamente come nella copertina delle mie slide, per la quale ho scelto un disegno surreale di Ben Heine.
Per arrivare a questo obiettivo ho proposto quattro fasi progressive.
All’inizio è necessario rompere il ghiaccio, superare la paura del foglio bianco. È il momento in cui i ragazzi dicono subito “io non so disegnare!“. E allora io rispondo che non è vero, tutti possiamo imparare a disegnare, perché il disegno è connaturato nell’uomo: trentamila anni prima di inventare la scrittura l’uomo ha iniziato a disegnare!
Allora si può cominciare a lavorare sulla mano, all’interno e all’esterno della propria impronta, come hanno iniziato gli uomini e le donne del Paleolitico.
Superato il primo scoglio c’è da affinare la manualità, esercitarsi con movimenti delle dita e del polso ben diversi dal frenetico moto dei pollici sopra un display…
Ogni esercizio è buono, anche la scrittura, attenta e meticolosa, o il disegno di motivi geometrici che si ripetono. L’importante è praticare la lentezza e la pazienza: se si ha fretta di finire il disegno verrà male di sicuro.
A questo punto si può passare alla terza fase, imparare a vedere. Per farlo è necessario l’esercizio della copia, come ho scritto tempo fa in un apposito articolo. Bisogna saper cogliere gli schemi compositivi, la forma degli oggetti, le strutture geometriche che li reggono.
E poi c’è anche qualche trucco. Ad esempio per ridisegnare il Discobolo, oltre alle linee che determinano la postura, può essere utile guardare ai vuoti: tra l’addome e il braccio sinistro del lanciatore si forma un trapezio. Cercare di riprodurre quel trapezio è garanzia di una corretta inclinazione del busto.
Una volta afferrato il meccanismo è possibile riprodurre anche un rosone gotico a mano libera, come hanno fatto i miei studenti.
Alla fine, da immagini o dal vero, la riproduzione degli oggetti diventa un processo naturale perché si impara a misurare con gli occhi.
Ma fin qui si tratta di tecnica. Di quegli strumenti che possono consentire a ciascuno di noi di esprimersi con il disegno esattamente come si fa con la scrittura.
Se questo non avviene è perché in tanti casi il linguaggio visivo non viene sviluppato nei primi anni di scuola allo stesso modo di quello verbale e le capacità grafiche dei ragazzi restano ferme a quelle che possedevano a 6 anni.
Quando arrivano alle medie o alle superiori provano imbarazzo per quei disegni ancora infantili e smettono di disegnare. Un vero peccato! Perché il disegno, oltre a rappresentare il reale, è un potentissimo mezzo per esprimere la creatività.
Ed ecco che arriviamo all’ultima fase: scatenare la fantasia con il disegno. Ma perché questo possa avvenire è necessario un ‘trampolino‘, un punto di partenza che inneschi l’immaginazione. Il foglio bianco non aiuta, è dispersivo. Meglio partire da uno stimolo, come quelli che ho raccontato nell’articolo “aggiungere il disegno alla realtà“, “prendi una sardina e riempila di colore” oppure “rompete le righe!“.
A questi esempi ho aggiunto due autori che ho scoperto il giorno stesso del workshop grazie a una partecipante. Si tratta di Roberto Grassilli e la sua ‘realtà diminuita’…
… e Marianna Balducci con le sue foglie.
In tutti questi esempi c’è sempre un vincolo, un dato reale, una forma, un oggetto su cui lavorare. Partendo da questi esperimenti ho lasciato un compito ai partecipanti.
Per la precisione ho chiesto sia di inventare l’esercizio sia di provare a svolgerlo per verificare la validità del vincolo. Un vincolo troppo generico (ad esempio un segmento) o uno troppo costrittivo (come la sagoma di un albero), possono dare lo stesso esito: bloccare l’immaginazione.
Dopo mezz’ora di lavoro (che poteva essere anche in gruppo) i partecipanti hanno prodotto delle idee davvero interessanti. Queste sono solo alcune delle tante.
Qualcuno ha ipotizzato che il vincolo fosse la forma assunta dai pezzi di un foglio strappato a caso o piegato altrettanto casualmente. Qualcun altro ha ipotizzato una piccola sagoma a forma di buco della serratura o di falce. Ma c’è anche chi ha riversato il contenuto del proprio portafoglio e stabilito che il profilo degli oggetti caduti sarebbe stato il vincolo. E poi c’è anche chi ha immaginato che il vincolo fosse verbale: una parola composta da illustrare con fantasia.
Certo, all’inizio erano un po’ in difficoltà: è sempre più difficile inventare un esercizio che svolgerlo. Esattamente come è più difficile ideare una buona domanda che dare una buona risposta. Ma è sulle cose difficili che dobbiamo metterci alla prova!
Alla fine è stato divertente e istruttivo. Sicuramente per me, che ogni volta torno a casa arricchita dall’incontro con nuovi punti di vista.
Semplicemente grandiosa
Grazie di cuore .
Mi fa bene leggere le tue lezioni, che poi sono suggerimenti preziosi, per aprire quella porta dove l’Arte si fa conoscere !! grazie con tutto il cuore .
Grazie a te, Anna 🙂
Ah! Se avessi conosciuto il tuo sito e quindi i tuoi suggerimenti anni fa, quando ancora insegnavo alle “elementari” (per me si chiamano sempre così!), quanti spunti interessanti avrei potuto sfruttare!
Amando l’arte, leggo sempre i tuoi articoli e ho già anche suggerito il tuo sito a colleghe giovani e creative.
Complimenti e grazie!
Ti ringrazio Marinella 🙂
bellissimo!
.. vien voglia di provare …
anche a settant’anni!
Perché no? 😉
Complimenti! Ėsempre un piacere leggere i tuoi articoli! Grazie
Grazie mille!
Come sempre..bravissima Emanuela!!
Ti ringrazio Leticia.
Grazie Emanuela. Sei Fonte inesauribile di idee e spunti di lavoro. Mentre leggo i tuoi contributi non finisco mai di apprezzare come sai sempre mettere le parole giuste al momento giusto. Grazie infinite.
Grazie a te, come sempre.
Come sempre estremamente coinvolgente.Ciao
🙂
Per me Leggere il tuo blog e’ un po’ come viaggiare.. non importa quale paese visito… ci sara’ sempre il piacere di riflettere sulle questioni adottando un punto di vista in movimento
Grazie!
Cara Emanuela,
leggo sempre, anzi, mi godo sempre le tue newsletter. Sei sempre fantastica!!
Se avessi qualche anno di meno (sono una vecchia nonna) e più tempo a disposizione, mi piacerebbe proprio partecipare a qualche tua lezione.
Buona continuazione
Roberta
Ti ringrazio tanto, Roberta.
Io ho avuto il piacere di partecipare!! Che meraviglia!!!! Complimenti ancora e grazie per condividere anche qui l’esperienza milanese : )
Fantastico! Grazie mille, Barbara.
quanti spunti per disegnare!
molti esercizi li propongo ai miei corsi, ma tanti altri li scopro ora
grazie, come sempre è un piacere leggere i tuoi post
Ottimo! Grazie a te, Francesca 🙂
Che bello ! Complimenti.
😀
Fantastica Emanuela!
Grazie, Edoardo!
Si, proprio fantastica, che meraviglia 🙂