Quel falsissimo Bouguereau…

Pinterest è un bel posto. Sapete già quanto mi piaccia andare in cerca di chicche e raccoglierle nelle bacheche. Ma da qualche anno sta diventando anche il peggiore dispensatore di attribuzioni errate. Ve ne ho già parlato a proposito dei falsi Klimt ma oggi vi voglio mettere in guardia da un falso Bouguereau, artista fino a poco tempo fa sconosciuto ai più, ma che sta diventando noto – paradossalmente – per un’immagine che non gli appartiene. Questa qui sotto (la scritta l’ho aggiunta io, altrimenti rischio di contribuire alla diffusione del falso…).

Si tratta di un volto di donna, presentato come Afrodite, che periodicamente impazza sul web come quadro del pittore accademico William-Adolphe Bouguereau (1825-1905) accompagnato addirittura da queste parole “Da molti esperti reputato il più bel ritratto femminile nella storia della pittura”. Una descrizione (assurda) che dà a questa immagine una certificazione d’autenticità e a chi la scrive l’aura di dispensatore di conoscenza.

Ma si tratta di un’opera digitale intotolata “Aphrodite 010” e creata nel 2006 da tale Askar, pseudonimo di Alexander T. Scaramanga, un utente di DeviantArt (l’immagine di sopra è proprio lo screenshot del suo profilo). Non sarebbe neanche necessario fare una ricerca sul web per appurare che non può essere un dipinto dell’artista francese: è sufficiente guardarlo e confrontarlo con le opere autografe di Bouguereau.

Per altro la nostra Aphrodite 010 ha una “sorella” un po’ più sfortunata (Aphrodite 009), che non è riuscita a imporsi come l’altra.

Ad ogni modo se avete la pazienza di fare la ricerca inversa su Google scoprirete che le prime apparizioni con l’attribuzione errata risalgono al 2010 e si trovano solo su Pinterest. Nessuna traccia di siti ufficiali, di musei, di enciclopedie della pittura. Infatti non compare in nessun elenco minimamente attendibile delle opere dell’autore. Né su www.bouguereau.org, né su WikiArt, né su Wikipedia, né su Wikiwand.
Gli unici dipinti che rimandano ad Afrodite sono la celebre Nascita di Venere del 1879, un’opera affascinante e sensuale, e un ovale con il Trionfo di Venere datato al 1857.

Eppure un utente di Facebook al quale ho fatto notare l’errore si è risentito insistendo non solo sull’attribuzione ma indicando pure una data di realizzazione, e cioè il 1879 (anno della Nascita di Venere di cui sopra)! Da dove sia stata desunta però non me l’ha voluto dire rimbalzando a me l’onere della prova (ma quando fai un’affermazione per primo, sei tu che la devi corroborare con le fonti… troppo facile il contrario!).
Tuttavia la prova è quel dipinto stesso. Basta procedere come si fa per le attribuzioni, attraverso un confronto stilistico con le opere certe, per rendersi conto che con Bouguereau quel volto non c’entra nulla.

Prendiamola alla larga e partiamo dalla composizione. Sembra il taglio di un ritratto, generalmente usato per persone reali e non per figure mitologiche. Ma gli altri dipinti confrontabili per inquadratura sono molto diversi.

Il volto appare sempre di tre quarti ed è decisamente più espressivo, più vitale. Per non parlare della nitidezza della figura, mai così sfocata come nell’opera che stiamo analizzando. Gli unici volti frontali, con una luce così diffusa, appartengono ad opere dal taglio più ampio come queste.

Il tipo in questione insisteva sul fatto che potesse essere un fotoritocco su un’opera di Bouguereau. Ma anche in questo caso siamo fuori strada: non c’è dipinto che abbia un dettaglio vagamente simile.
Qualcuno si è affrettato a pubblicare articoli di blog dove quest’opera veniva descritta e lodata. Non riporto qui neanche i link per non fare a quei siti pubblicità. Basti dire che non rispondono neanche lontanamente ai criteri di attendibilità di cui ho parlato in questo articolo.

Ma continuiamo con l’analisi. Quello sguardo seducente e ipnotico non ha riscontri nei dipinti del nostro neoclassico-accademico. Giudicate voi.

Stessa cosa per le labbra, che il nostro tende a fare più contenute, come insegna l’arte classica. Osservate in particolare il labbro superiore, che nei dipinti originali è un po’ “a cuoricino”.

Quello che si percepisce, a pelle, è che il volto che stiamo analizzando risponde a un’estetica femminile contemporanea, ben diversa da quella ottocentesca.

Potremmo andare avanti ancora per molto confrontando i capelli, l’abbigliamento, il chiaroscuro, ma la qualità dell’immagine in questione non consente di entrare nel dettaglio più di così. Tuttavia mi pare che quello che abbiamo visto sia già sufficiente a sfatare senza ombra di dubbio quella falsa attribuzione.
Solo un avvertimento: non sto criticando la qualità e il valore delle opere digitali. Il rendering fotorealistico, secondo me, è una nuova forma d’arte. Sto solo biasimando l’errore di attribuzione (e l’atteggiamento di chi si rifiuta di indagare).

Da questo episodio, però, si può trarre un insegnamento più ampio: contro i dogmi e le false credenze c’è solo la conoscenza. Che richiede pazienza e metodo, due abilità sempre più rare.

 

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23 risposte

  1. Sara Russo ha detto:

    Un’altra falsa attribuzione che ha invaso Pinterest e Facebook è un’opera di Villalba attribuita erroneamente a Schiele intitolata La libertad. Purtroppo molte persone si sono fatte tatuare il quadro o hanno stampato l’immagine su borse e gioielli pensando fosse frutto dell’artista austriaco.

  2. Lisa ha detto:

    Io non sono un esperta, ma subito ho notato che non poteva essere un ritratto dell’Ottocento, ma poi! Si usava L eye-liner nel ‘800?

  3. Luisa ha detto:

    L’occhio esperto (come il tuo,Emanuela) ha visto immediatamente la falsa attribuzione, ma anch’io ho osservato subito che i volti dei ritratti ottocenteschi sono di tutt’altra natura. Troppo moderno, attuale appunto.
    Hai risposto con competenza e grande professionalità…..adesso aspettiamo Van Gogh, sono proprio curiosa. A presto.

  4. Gemma gherardi ha detto:

    Sono d’accordo, non c’è lo sguardo più schivo e pudico che avevano le donne di quell’epoca….Lo desume anche un’incompetente come me che è un’immagine digitale.

  5. Giuseppe Puglisi ha detto:

    A me e subito sembrato un ritratto digitale : troppo fredda anche per un accademico

  6. Giovanni Federle ha detto:

    Fenomeno di false attribuzioni assai diffuso. Insegno in accademia mi è capitato di contestare dei falsi van gogh, per esempio a studenti che sostenevano di averli trovati con la ricerca su Google.

  7. Sun Hee Moon ha detto:

    Da tempo vedevo questa immagine in giro… e da umile pittrice, me la spiegavo che forse la foto fosse sfocata, o ritoccata con photoshop… ma dopo il suo articolo mi sono iluminata. Il grande talento di quel pittore è stato reconfermato dal suo articolo, portando grande sollievo ad artisti che ancora credono nella tela, penneli e sudore. Grazie veramente!!!

  8. luisa ha detto:

    Analisi lucida, supportata da documenti, tanto essenziale quanto efficace….non potevi far meglio.
    Grazie per l’essenzialita’ e la sistematicità, doti che si apprezzano molto in un mondo che, oggi, vende tanto fumo

  9. Osvaldo Ponzetta ha detto:

    Brava, ne hai approfittato per fare una lezione di arte. Complimenti

  10. Liliana Mabel Daraio ha detto:

    Gracias…muy claro!!

  11. Marino Calesini ha detto:

    Grazie . sempre illuminante☺

  12. Emanuela Bussolati ha detto:

    Sempre fulgidamente lucida! 🙂 Che invidia!
    Un caro saluto