Quando le iniziali diventano segno: il monogramma
Dalla Treccani leggo: monogramma s. m. (dal greco μόνος “solo” e γράμμα “scrittura”) – Insieme di più lettere congiunte e sovrapposte in nesso fra loro, così da formare un solo segno grafico.
Dunque il monogramma (spesso una combinazione delle iniziali di un nome aggregate in un cerchio o un quadrato) fa parte di quel mondo che sta tra la scrittura e l’immagine. E già sapete quanto m’intrigano queste cose!
Allora non perdiamo tempo e vediamone subito tutti gli aspetti. Pare che il monogramma abbia origini antiche; le prime apparizioni le ha fatte sulle monete greche del V sec. a.C. ad indicare il nome della città di appartenenza.
Con l’avvento del Cristianesimo si diffuse rapidamente il monogramma di Cristo formato dalla sovrapposizione delle due prime lettere (Χ = chi e ρ=rho) della voce greca Χριστός (cioè l’unto).
A volte accompagnato dai segni α (alfa) e ω (omega) ad indicare l’inizio e la fine di ogni cosa, il monogramma era nato per poter scrivere “in codice” il nome di Cristo durante le persecuzioni dei cristiani.
Successivamente fu adottato ufficialmente da Costantino, primo imperatore convertitosi al Cristianesimo, famoso per aver promulgato nel 313 l’Editto di Milano con il quale concedeva libertà di culto ai cittadini dell’impero.
Durante l’alto Medioevo i monogrammi compaiono spesso sui pulvini bizantini riportando il nome di colui che ha fatto erigere la chiesa (quello di Giustiniano è il primo a destra).
Molto diffuso era anche il coevo monogramma di Teodorico, inciso sia sulle monete che sui capitelli.
Ma il monogramma più famoso del Medioevo è senz’altro quello di Carlo Magno. Sintesi grafica del nome Karolus, il simbolo del grande imperatore si basa in modo evidente sulla croce (e non poteva essere altrimenti per il fondatore del Sacro Romano Impero).
Questo segno molto elegante ed equilibrato sarebbe stato usato dall’imperatore perché in realtà non sapeva scrivere (almeno così ci rivela Eginardo). Insomma, come un qualsiasi analfabeta si firmava con una croce!
Nella città tedesca di Aachen (l’antica Aquisgrana) si può trovare il monogramma di Carlo Magno applicato a delle placchette rotonde in ottone inserite nella pavimentazione delle aree pedonali che circondano l’antica Cappella palatina, oggi divenuta cattedrale.
Con l’avvento della stampa a caratteri mobili i primi tipografi useranno i loro monogrammi per “firmare” i vari prodotti editoriali.
Contemporaneamente alcuni artisti iniziavano a firmare le loro opere con un monogramma.
Uno dei più conosciuti è sicuramente quello del tedesco Albrecht Dürer (1471-1528), noto soprattutto per le sue splendide incisioni riconoscibili per la presenza di una A molto squadrata che contiene al suo interno una lettera D.
Nei secoli seguenti molti artisti cominciarono a firmare le proprie opere con il monogramma…
… e il monogramma comincia anche ad assumere lo stile del movimento di appartenenza dell’artista come nel caso dei membri della Secessione Viennese.
Come per l’ex-libris, di cui ho già parlato, anche il monogramma nasconde una personalità forte, che si impone sulle cose e che vuole fare di se stessa un marchio vivente.
Non a caso ai nostri giorni ci sono molte persone che si fanno ricamare sulle camicie le iniziali (a volte sotto forma di monogramma). Non è il mio caso, ma non perché non ami i monogrammi ma perché non uso le camicie (considero la stiratura una tortura crudele…).
Molti marchi del mondo della moda sono, appunto, dei monogrammi.
Questa scelta permette non solo di avere un logo semplice e riconoscibile, ma di far sì che, grazie alle iniziali, l’osservatore sappia abbinare immediatamente il monogramma all’azienda corrispondente.
I monogrammi che si vedono in giro possono essere suddivisi più o meno in tre stili: quelli tradizionali con le lettere intrecciate e svolazzi che si dipartono dalle lettere (ad esempio il simbolo della Camera dei Deputati), quelli moderni basati su caratteri tipografici tradizionali (come il caso del Victoria and Albert Museum di Londra) oppure quelli totalmente moderni con caratteri tipografici senza grazie (i peducci alla fine delle aste) e un’impostazione molto geometrica (vedi lo sviluppo del marchio della PlayStation).
Naturalmente si tratta di uno studio complesso che richiede competenze di grafica e percezione visiva. Il monogramma, infatti, non è un semplice accostamento o la sovrapposizione di due o più lettere. Occorre progettarlo con cura.
Deve possedere tutti i requisiti di un marchio: semplicità, riconoscibilità, adattabilità a vari formati, originalità, coerenza… insomma deve avere quelle caratteristiche che ho cercato di ottenere anche nel marchio di questo blog (il monogramma d+a di DidatticArte che vedete nella testata).
Tuttavia, seguendo le migliaia di esempi già realizzati, ognuno può disegnare comunque il proprio monogramma. In fin dei conti, non trattandosi di prodotti commerciali, non è così grave se non rispondono ai criteri di una buona progettazione grafica…
Cercando tra monogrammi già esistenti ho trovato tutte queste versioni delle mie iniziali (EP).
Alcuni sono abbastanza forti e contemporaneamente semplici dal punto di vista visivo. Ma io preferisco, come sempre, qualcosa di più geometrico e razionale.
Ecco come farei il mio…
Adesso tocca a voi. Se ancora non lo avete fatto provate a disegnare il vostro monogramma.
Al di là del fatto che potreste anche non usarlo mai, è comunque un bell’esercizio di disegno. Utile per migliorare le capacità grafiche e stimolare la creatività!
… grazie Emanuela per la bella sintesi.
Il tema dei monogrammi mi ha sempre intetessato molto.
Concordo sul fatto che per creare il proprio il meglio è carta matita e gomma . Non ci sono “app” che tengano.
Io nei miei studi ho usato tantissimo il libro di Adrian Frutiger – Segno e simbolo- purtroppo non so se ancora reperibile.
Concordo sul fatto che ci siano molte pubblicazioni sull’argomento. In particolare si trovano indicazioni utili nei testi didattici e non di grafica visto che il monogramma è all’ origine del marchio e logo.
Un altro testo che segnalo è ” monogrammi e figure” di Giovanni Anceschi.
Antonella A.
Grazie a te, Antonella, per gli ottimi spunti!
Complimenti Emanuela, sono una docente di religione e anch’io guardo ai tuoi articoli con molto interesse e ispirazione per gli approfondimenti nelle mie lezioni . Se verrai a Roma comunicalo.
Grazie Franca!
Grazie Emanuela,
i tuoi video , gli articoli e tutto il tuo materiale in genere , è veramente molto interessante.
Anche io lo utilizzo frequentemente in classe. Complimenti!
Quando farai un seminario a Roma, mi interesserebbe molto parteciparvi.
GRAZIE! Giovanna
Grazie a te Giovanna!
C’è anche questo sito interessante:
http://www.cecilia-letteringart.com/
Grazie di cuore! <3 fai un lavoro bellissimo per noi e riesci ad appassionarci ad ogni argomento.!!!
Buongiorno Emanuela
ci tenevo ad esprimerti la mia gratitudine perché le tue lezioni mi sono di grande aiuto e stimolo per rinnovare il mio modo di fare didattica.
Anch’io come altri colleghi “utilizzo” il tuo materiale e spingo i miei alunni a “frequentare” il tuo blog.
Grazie di cuore
Grazie mille, Emiliana!
Come posso inserire le iniziali come disegno sugli inviti matrimoniale GB. AR
Chiedi ad un grafico.
Ciao Emanuela,
Il tuo articolo mi ha ispirato e mi piacerebbe partecipare provando a disegnare il mio, avresti una app da suggerire?
Credo che la cosa migliore sia giocarci con gomma e matita 😉
buongiorno
chiedo aiuto devo sposarmi e vorrei mettere dei monogrammi sulle partecipazioni però non so come intrecciarle
se per piacere c’è qualcuno che mi può aiutare
le mie iniziali sono: S M C
Grazie per il “ripasso” SINTETICO ma veramente ESAURIENTE come solo tu sai fare… ti leggo sempre con grande interesse e fammi sapere se organizzi incontri a Roma!
BRAVISSIMA
Olá! Estou fazendo um trabalho acadêmico sobre monogramas em fachadas de casas antigas. Haveria alguma bibliografia para indicar?
Conosco solo questo: 4000 Monograms ma è una raccolta di monogrammi. Non so se può esserti utile.
Buonasera sono una docente di disegno e storia dell’arte. Trovo molto interessanti le tue lezioni d’arte. Non nego che che delle volte prendo spunto dalle tue idee per rendere le lezioni più partecipative. Se organizzi incontri o formazione sulla disciplina sarei felice di partecipare.
Complimenti
Federica
Ti ringrazio Federica! Il 30 ottobre sarò a Pordenone per Scienzartambiente a tenere un laboratorio di narrazione delle immagini. Se non ti viene troppo lontano puoi raggiungermi là 😉
Ciao! Vorrei chiederti dei consigli su come progettare un monogramma da zero con le lettere C ed L; oppure G ed L.. E su dove potrei trovare altri monogrammi già esistenti!
Grazie mille 🙂
Sui monogrammi ci sono libri interi pieni di esempi e anche siti come questo http://www.gutenberg.org/files/40023/40023-h/40023-h.htm
Alcune esempi dei monogrammi che ti interessano puoi trovarli anche su Google Immagini scrivendo nella ricerca C L monogram
Ho visto alcune soluzioni semplici ma ben fatte 🙂