Cinque modi per creare il volume
Abbiamo già visto come rappresentare la profondità spaziale di un ambiente sul supporto bidimensionale del foglio, ma non abbiamo ancora parlato della resa della tridimensionalità di un oggetto.
Fondamentale è, in questo caso, il ruolo della luce. La sua direzione, infatti può favorire o meno la percezione del “modellato”, cioè della morfologia della superficie e del volume come dimostra il confronto tra una foto scattata con cielo coperto (dunque priva di forti ombre) e una con luce solare diretta (in questo caso con ombre nette ed evidenti).
Come abbiamo già osservato nell’esercizio della foto caravaggesca, è la luce laterale, la cosiddetta “luce di taglio”, quella che riesce a rendere meglio la volumetria dell’oggetto rappresentato.
Guardate questa testa d’aglio. Acquisisce volume solo nel momento in cui sulla superficie si forma il chiaroscuro creato da una fonte laterale.
Naturalmente si possono utilizzare anche le altre direzioni della luce in base all’effetto cercato. Il controluce, ad esempio, è drammatico, la luce zenitale è solenne, la luce frontale dall’alto è assertiva e così via…
Tornando alla resa grafica del volume, per suggerire la sensazione di tridimensionalità esistono tante tecniche diverse. Io ne ho raccolte cinque. Vediamole.
1) INSPESSIMENTO DELLA LINEA DI CONTORNO: questo è il metodo più antico. La pittura rupestre e quella parietale egizia non conoscevano l’uso di gradienti tonali di colore. I pigmenti erano stesi in maniera uniforme a campire zone delimitate da una linea di contorno.
Con la pittura vascolare greca, però, come abbiamo visto nel post dedicato proprio alla linea, il contorno può assumere spessori variabili tali da suggerire l’idea del volume nella rappresentazione del corpo umano. Inoltre la linea greca lascia a volte il profilo esterno per continuare all’interno della figura disegnandone l’anatomia.
2) ALTERNANZA DI BIANCO E NERO: è una tecnica che si è evoluta in seguito allo sviluppo della fotografia. Aumentando in modo estremo il contrasto tra luce ed ombra si finisce con l’ottenere zone dell’immagine totalmente bianche o completamente nere.
Nonostante manchino le sfumature intermedie, tipiche del chiaroscuro, si può ancora apprezzare il volume del soggetto.
Una delle immagini “storiche” realizzate con questa tecnica è il famoso ritratto di Che Guevara.
Ma oggi è utilizzata anche da tanti artisti, come il mitico Banksy, che adoperano lo stencil (dunque una mascherina per dipingere rapidamente con un solo colore) per creare le loro opere di street art.
Potete provare anche voi a fare uno stencil partendo da una foto grazie alle tante istruzioni che si trovano in rete.
3) CHIAROSCURO PER GRADIENTI: è la modalità più classica per dare volume alle figure e consiste nel progressivo inscurimento del colore via via che la superficie riceve meno luce (zone di ombra propria).
Inizialmente apparso nelle opere di Giotto e di Masaccio (che per questo appaiono così “turgide”) raggiunge punte di altissima perfezione nello sfumato leonardesco e nel colore tonale di Giorgione.
Uno dei tipici esercizi per imparare questa tecnica (sia a matita che con olio o tempere) è la riproduzione di un panneggio.
Provate ad osservare le pieghe di un tessuto: la luce si ferma sulle parti più sporgenti mentre l’ombra si infittisce all’interno.
E adesso provate a copiarlo.
La realizzazione del chiaroscuro che si forma sul tessuto è spesso dimostrazione di grande virtuosismo. Ecco una raccolta di dettagli tratti dalle opere dei maggiori artisti del passato (cliccate sulla figura per conoscere gli autori).
4) CHIAROSCURO PER INFITTIMENTO DI TRAMA: quando non è possibile utilizzare il colore e le sue variazioni tonali perché la tecnica scelta prevede solo la possibilità di tracciare linee della stessa intensità, allora si può ricorrere alla sovrapposizione di segni come abbiamo già visto nel già citato post sulla linea e come possiamo osservare in questi lavori di Rembrandt.
Non è detto che la trama debba essere data solo da tratteggi incrociati: si possono utilizzare, infatti, anche scarabocchi ad andamento circolare, puntini e altri segni simili.
Ecco un esempio, realizzato da un mio alunno, di chiaroscuro ottenuto con scarabocchi.
Questo, invece, è l’effetto che si può creare con puntini più o meno densi.
In alcuni casi è la trama del supporto (tela o carta ruvida) a creare un effetto texture nel chiaroscuro.
Un esempio? Ecco i meravigliosi schizzi preparatori di Seurat (confesso che li amo molto più dei suoi dipinti!).
5) USO DEI COMPLEMENTARI: a partire dalla fine del Settecento, ma soprattutto cento anni dopo, con l’Impressionsimo, i pittori si sono resi conto che le ombre non sono toni più scuri dello stesso colore ma del colore complementare a quello in luce.
Dunque se l’incarnato è rosa-arancio il suo complementare, quindi la zona in ombra, è azzurrino.
Questo modo di dare rilievo ad un volto è ancora oggi molto in uso nel campo dell’illustrazione e del cinema.
Usare un tono caldo contrapposto ad uno freddo crea volume e realismo.
Infine vi lascio con il consueto compito per casa: imparate a guardare, osservate la luce, ma soprattutto la materia, le superfici, i colori e le ombre.
Il mondo che ci circonda è fatto di questo!
buongiorno Prof. sa E’ sempre un piacere leggerla le chiedo se potrebbe per gentilezza piegarmi con qualche esempio e in modo semplice che differenza c’è fra ;
1) fra massa e volume,
2) volume e rilievo
in pittura .
La ringrazio e la saluta con tanto affetto ruggero
Salve Ruggero
non conosco il concetto di massa in senso pittorico. La considero solo una grandezza fisica…
Quanto agli altri due termini credo che, in relazione al contesto con cui sono usate, assumano sfumature diverse. Il rilievo, ad esempio, è generalmente la sporgenza da una superficie piana. È un termine legato alla scultura. Ma si può ottenere un effetto di rilievo anche in pittura, con il giusto chiaroscuro (ad esempio con il monocromo che simula stucchi e decorazioni parietali). Il volume è in generale la tridimensionalità di un oggetto. A differenza del concetto di rilievo, di solito il volume si attribuisce a figure e forme separate dallo sfondo.
Ma in alcuni casi i due termini sono intercambiabili. Dipende da ciò che si vuole comunicare.
Bello l’uso dei complementari per le ombre . Grazie
🙂
Una osservazione sull’uso dei complementari: gli impressionisti, abituandosi a dipingere all’aria aperta, avevano osservato che le ombre erano azzurrine in quanto debolmente illuminate dal cielo azzurro nei punti non raggiunti dal sole (il cielo azzurro ha una temperatura di colore di circa 15.000 k). Il contrasto è particolarmente evidente poco prima del tramonto, quando la luce del sole rosseggia, e quando il soggetto illuminato ha un colore neutro, come una distesa di neve. Scriveva già Leonardo, grande osservatore del mondo della natura: “Io ho spesse volte veduto un obbietto bianco, i lumi rossi e l’ombre azzurreggianti, e questo accade nelle montagne di neve quando il sole si mostra infuocato.”
Che chicca! Grazie 😉
Non conoscevo Didatticart; onore al merito. ! belli gli articoli condotti con professionale pertinenza didattica.
Bravi e continuate così.
Grazie Enzo (comunque sono solo una).
Emanuela Pulvirenti, grazie. Sei GRANDE!
Grazie a te, Anna!
sempre interessanti i vostri articoli. apprezzo molto che condividiate tutto questo sapere con noi. grazie
Ti ringrazio, Jakob!
Grazie. molto interessante-
Grazie a te 🙂
Extraordinario todo. Gracias.
Grazie molto interessante.
ottimo come sempre. In realtà Bansky sembra in alcuni graffiti che riesca a dare accenni di mezzitoni. Immagino grazie ad un uso sapiente della bomboletta e della irregolarità del supporto.
Grazie per l’apprezzamento. Un vero artista Banksy, ironico e icastico al punto giusto!
Come al solito gli articoli sono molto interessanti, cerco di non perderne uno soprattutto quando si tratta di tecniche pittoriche o di disegno! Onorato di avere un mio disegno in un suo post prof !!! Grazie 😀
Sono io ad essere onorata di poter vantare studenti così in gamba 😉
A presto!!!
Bellissimo il lavoro di Giuseppe Salamone! Che tecnica ha usato? Che procedimento ha seguito? Il soggetto è ripreso dal vero? Complimenti prof!
Ti ringrazio per l’apprezzamento! La tecnica è lo “scarabocchio”: in pratica si crea il chiaroscuro facendo dei piccolissimi movimenti circolari con segni che si sovrappongono. Il soggetto è ripreso da questa natura morta http://www.flickr.com/photos/pimontes/5489269950/in/faves-24103847@N02/
Ciao, bel post, potresti aggiungere i segni di tratteggio alla Leonardo che accompagnano il volume (vedi gli studi di mano), io insisto su questo nei miei corsi; il segno appropriato che ombreggia modellando. Magari in chiaroscuro su carta grigia, usando bianco e nero. : )
Sì, è un tipo di tratteggio molto particolare. Ne ho parlato qui https://www.didatticarte.it/Blog/?p=2585 🙂
…Ho segnato i compiti sul diario e li eseguiró con piacere ;))
Grazie Emanuela e complimenti per la lezione, come sempre interessante!
Elisa
grazie a te! un abbraccio 😀
Bellissimi i panneggi. Molti li ho riconosciuti. Mi piacerebbe conoscere a quali opere appartengono. Grazie Laura
Grazie mille! Ho creato un link con le soluzioni. Basta fare click sull’immagine dei panneggi 🙂