Un’idea per la tesina: correva l’anno…

Nelle quinte classi delle scuole superiori tira già aria di tesine. Ed ecco rispuntare come funghi i soliti titoli che girano in rete ormai da anni: l’illusione, la follia, l’infelicità, la maschera, la paralisi sociale, il potere, la massificazione e via dicendo…

Insomma argomenti non solo triti e ritriti ma capaci di deprimere una commissione nel giro di cinque minuti. Tra il caldo e il pessimismo cosmico non si sa quale sia il male minore!

Ma la cosa che mi lascia più perplessa non è tanto l’argomento scelto, generalmente pesante, ma le rocambolesche connessioni tra le materie che spesso ne escono fuori.

Ricordo una tesina sulle emozioni (perfetta per letteratura, filosofia e storia dell’arte…) nella quale si volevano far passare i terremoti (materia: geografia astronomica) per sussulti emozionali della Terra! Poetico e fantasioso, non c’è che dire, ma purtroppo non lascia un’impressione positiva sugli esaminatori.

Ecco allora quello che ho proposto ai miei alunni: non scegliete un argomento, scegliete un anno. Cercate eventi accaduti in quell’anno in tutti i vostri ambiti d’interesse, dagli episodi storico-politici alle pubblicazioni letterarie, dalle ricerche scientifiche alle produzioni artistiche.

Troverete una sequenza di eventi che sembrano non avere relazioni tra loro invece scaturiscono dallo stesso momento storico e riescono ad esprimere lo zeitgeist, lo spirito del tempo.

Come organizzare una tesina del genere? Io consiglio sempre di non scrivere dei tomi come se fosse una tesi di laurea ma di realizzare una grande mappa (concettuale o mentale) e magari qualche paginetta che, in maniera molto sintetica, introduca gli argomenti.

Nel caso, però, di una ricerca impostata sul “Correva l’anno…”, invece della mappa è più opportuno realizzare una linea del tempo con gli eventi disposti in maniera cronologica.

Facciamo subito un esempio. Direi di prendere il 1914, esattamente un secolo fa, e vedere cosa ne esce fuori.

Non è stato un anno banale, il 1914. Il 28 giugno vengono assassinati a Sarajevo l’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria e la moglie. Evento che scatenerà nel giro di un mese lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il primo caso nella storia di conflitto che coinvolge  paesi di tutto il mondo, un evento talmente enorme e catastrofico da meritare l’appellativo di “Grande Guerra”.

Milioni di vittime e il crollo dei grandi imperi segnano un punto di non ritorno nella storia politica europea.

Negli stessi giorni, carichi di tensione, Antonio Sant’Elia pubblica il Manifesto dell’Architettura Futurista. Apparso su Lacerba l’11 luglio, è un proclama di modernità e di entusiasmo, espressione di quel progresso tecnologico che per Marinetti e gli altri è la nuova estetica da perseguire.

Il povero Sant’Elia non arriverà a costruire la casa futurista “simile ad una macchina gigantesca”, con gli ascensori che “devono inerpicarsi, come serpenti di ferro e di vetro, lungo le facciate”. Una casa fatta “di cemento di vetro di ferro ; senza pittura e senza scultura, ricca soltanto della bellezza congenita alle sue linee e ai suoi rilievi, straordinariamente brutta nella sua meccanica semplicità”.

Interventista qual era si arruola volontario e muore in battaglia nel 1916.

Ma i Futuristi non erano gli unici interventisti. Anche un filosofo come Giovanni Gentile si espresse a favore dell’entrata in guerra dell’Italia e nel 1914 pubblica “Filosofia della Guerra”.

Nel grande conflitto Gentile vedeva qualcosa di catartico capace di purificare gli animi e le nazioni abbattendo l’ultima roccaforte della vecchia Europa. Sentiva che per il popolo italiano fosse una vera e propria missione storica che avrebbe dovuto concludere l’opera del Risorgimento per conseguire la propria unità territoriale.

Intanto Pablo Picasso realizza “Au Bon Marché”. Un’opera che, perdendo qualsiasi connotato tradizionale, è incentrata sul papier collè, una tecnica inventata proprio in quegli anni dai Cubisti e consistente nell’incollare giornali, tessuti e materiali presenti intorno a noi.

Secondo la loro poetica, infatti, il mondo non doveva essere più rappresentato in modo “impressionista”, cioè come appare in modo contingente e transitorio ai nostri occhi, ma in maniera cubista, scomposto, analizzato e raffigurato nelle sue qualità immanenti, insomma per come lo conosce il nostro intelletto.

E per rappresentare la realtà come veramente è, e non come appare, cosa c’è di meglio che inserire pezzi del reale direttamente nel quadro?

Frammenti di vita reale compaiono anche nella prima apparizione cinematografica di Charlie Chaplin. Quando? Nel 1914, naturalmente!

https://www.youtube.com/watch?v=2_AlE4MkjxY

Nel frattempo anche Kandinsky è in febbrile attività: dipinge decine di quadri astratti nei quali i colori si distendono sulla tela senza nessun richiamo alla realtà.

Nello stesse anno una teoria che avrà grande influenza sull’arte e sulla letteratura comincia a consolidarsi.

Il 1914 è, infatti, l’anno della pubblicazione dell’Introduzione al Narcisismo di Sigmund Freud, opera considerata tra le più importanti dal punto di vista teorico nella quale il padre della psicoanalisi tratteggia le fasi evolutive della personalità umana.

E proprio il mondo interiore di persone qualsiasi, senza filtri e senza giudizi morali, è raccontato in Gente di Dublino, pubblicato da James Joyce nel 1914.

Il monologo interiore si esprime attraverso il flusso di coscienza, un torrente di pensieri, immagini e piccole rivelazioni quotidiane che imprigionano il personaggio rendendolo vittima di una sorta di paralisi.

Contemporaneamente Pirandello pubblica sul Corriere della Sera la novella Il treno ha fischiato in cui narra le vicende di un impiegato che, per sopravvivere all’oppressione e alla meschinità della vita quotidiana sembra impazzire dopo aver udito il fischio di un treno immaginario.

Anche qui è presente il senso di instabilità che denota questo anno particolare, così inquieto, così pauroso.

Nel 1914 Max Von Laue riceve il Premio Nobel per la Fisica grazie ai suoi studi sulla diffrazione dei raggi X. Grazie ai suoi esperimenti Von Laue ne dimostrò la natura ondulatoria (dunque l’appartenenza alle onde elettromagnetiche) e ne determinò persino la lunghezza d’onda.

In campo astronomico è l’anno di un’altra importante scoperta: Hertzsprung e Russell individuano la relazione tra i tipi spettrali delle stelle e la loro magnitudine assoluta (in pratica tra temperatura e luminosità).

Pubblicano su Nature un diagramma noto oggi come H-R dalle iniziali dei due scienziati ed ancora utilizzato per la classificazione delle stelle.

Nel frattempo le donne non stanno con le mani in mano e nel mese di novembre la giovanissima ereditiera newyorkese Mary Phelps Jacobs brevetta il primo reggiseno. Un oggetto capace di liberare le donne dalla schiavitù di scomodi corsetti con stecche di balena.

In America, nello stesso anno, si inaugura il Canale di Panama, una grande opera ingegneristica realizzata dagli Stati Uniti dopo varie vicissitudini, che mette in comunicazione l’Atlantico e il Pacifico attraverso un invaso lungo più di 80 Km.

Ma c’è un testo che tutti gli studenti vorrebbero conoscere, scritto appunto nel 1914, che potrebbe essere la chiusa perfetta di questa tesina. Si tratta dell’opera di Giovanni Papini dal titolo Chiudiamo le scuole.

Cento anni fa l’autore si chiedeva: “Ma cosa hanno mai fatto i ragazzi, gli adolescenti, i giovanotti che dai sei fino ai dieci, ai quindici, ai venti, ai ventiquattro anni chiudete tante ore del giorno nelle vostre bianche galere per far patire il loro corpo e magagnare il loro cervello?”.

Che anno è stato, dunque, quello di un secolo fa? Un anno sicuramente “trùbbolo” come diremmo qui in Sicilia, problematico, nefasto e al tempo stesso vivo, pieno di fermenti e di rinnovamento. Un anno di contraddizioni, di luci ed ombre.

Come il 2014? Chi lo sa… lo scopriremo solo vivendo!

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30 risposte

  1. Barbara ha detto:

    Sono un’insegnante di scuola media, anch’io alle prese con i soliti vecchi e triti argomenti multidisciplinari che ogni anno ci vengono riproposti dai nostri alunni. La tua (possiamo darci del tu?) idea mi sembra semplicemente meravigliosa e utilissima per fornire ai nostri ragazzi una visione sincronica della storia. Credo che il prossimo anno ti ruberò l’idea, adattandola agli studenti di terza media. Posso?

  2. Martina ha detto:

    Scusi il disturbo, sono una studentessa di quinta liceo scientifico (scienze applicate) e mi chiedevo se potesse darmi un parere sulla mia idea per la tesina.
    Prendendo spunto dal suo articolo, avevo pensato di portare il 1922, anno di pubblicazione di The Waste Land di Eliot e di Novelle per un anno di Pirandello, della marcia su Roma e della prima trasmissione radiofonica di Marconi (che sftutta le onde elettromagnetiche).
    Collegherei così la maggior parte delle marerie presenti in commissione: inglese, italiano, storia e fisica (sto ancora lavorando su un collegamento per filosofia e ho un po’ rinunciato a colegare matematica e informatica). Non sono però sicura come sviluppare la tesina, in particolare come poterla introdurre: non ho ben chiaro in cosa debba consistere questa introduzione ne come spiegare le ragioni della mia scelta.
    Speravo inoltre potesse offrirmi un suo parere o propormi qualche altro avvenimento significativo, dato che purtoppo anche cercando su internet ho trovato per lo più solo avvenimenti prettamente storici.
    Avrei voluto contattarla per mail ma purtoppo non mi prende il codice captcha.
    La ringrazio del suo aiuto

  3. Gabriele ha detto:

    Potrebbe contattarmi?

  4. Cristiano ha detto:

    Grazie comunque per la tesina

  5. Cristiano ha detto:

    Ho bisogno di un aiuto riguardo al 1914 che posso portare di latino AIUTOOO

  6. Costanza ha detto:

    sareste così gentili da suggerirmi una mappa concettuale originale per mio figlio che sta preparando la tesina di terza media? Lui sta lavorando sulle leggi razziali della seconda guerra mondiale, Primo levi, apartheid , Asia e ISIS, giapponismo e Matisse, Einstein , la radio come comunicazione di massa ……vorrei impostasse il tutto in modo originale ed accetto volentieri un vostro consiglio e suggerimenti . GRAZIE!

  7. carlo giabbanelli ha detto:

    che meraviglia, Emanuela. Ho sempre costruito linee del tempo a scuola, è una delle mie fisse, ma tu l’hai fatto con una bellezza e chiarezza ammirevoli.

  8. Mariarosa Tonghini ha detto:

    Come gli altri interventi azzeccatissimo! Rileggendolo a posteriori mi accorgo che sarebbe stato un valido aiuto per lo svolgimento di uno dei temi dell’esame di stato. Grazie per gli spunti didattici… sei l’insegnante che mi piacerebbe essere.

  9. Alessandro ha detto:

    Grazie mille, un’idea davvero bella 🙂

  10. ibi ha detto:

    La ringrazio molto! Credo proprio che Lei mi abbia salvato 2 volte, non so come sdebitarmi!

  11. ibi ha detto:

    Tesina molto bella, complimenti, credo che la utilizzerò assolutamente come spunto, ovviamente riducendola, altrimenti per me sarebbe uno strazio. A proposito, volevo chiederLe se saprebbe dirmi quale programma ha utilizzato per creare la linea del tempo, mi farebbe un grandissimo favore! La ringrazio

  12. mariagrazia ha detto:

    Grazie, Emanuela: ottimo suggerimento. Per gli studenti e anche per i docenti! Grazie anche per la pagina di Papini che non conoscevo e che fa molto, molto riflettere. C’è sempre da arricchirsi, frequentando DIDATTICARTE!

  13. elisa ha detto:

    Grazie Emanuela, è un ottimo suggerimento anche per i colloqui d’esame di terza media… collegamenti forzati e mappe concettuali già viste sono frequenti anche nella scuola secondaria di primo grado!!? ;/

  14. Alessandra ha detto:

    Ah, ecco, il link! Più tardi andrò a leggere il libro di Papini, allora. Grazie, non ci lasci mancare niente as usual. 😉 In effetti la tesina è ricchissima, ma forse, riducendola un po’… 😉
    Per quanto riguarda i problemi della scuola, ai miei tempi, con 35 studenti nelle classi del liceo, un approccio “ad personam” non era proprio attuabile, ma, evidentemente, nemmeno oggi.
    Penso che a livello di sistema sarà sempre molto difficile, ma che i singoli insegnanti possano fare molto, mettendoci passione e impegno (come fai tu, e non è una sviolinata).
    Forse una scuola inadeguata può “magagnare” i cervelli dei ragazzi, ma un unico insegnante bravo può fare la differenza nella loro vita.

  15. Alessandra ha detto:

    Bellissima tesina, ancorchè molto ricca. Secondo me, qualcuno te la copierà para-para. 😉
    Certo che ne sono successe di cose, quell’anno!
    Non capivo l’inserimento del quadro di Blake, perchè ho sempre creduto che rappresentasse Dio come un grande architetto; una piccola ricerca mi ha fatto scoprire che il titolo integrale dell’opera è L’antico dei giorni misura il tempo. Ecco dunque spiegato l’arcano. E’ un’opera molto potente. Mi è sempre piaciuta.
    Non conoscevo nemmeno il libro di Papini. Ma è tutto così ironico?

    • didatticarte ha detto:

      Chi dovesse copiarla così com’è si troverebbe a dover studiare tanto per saperla difendere! Forse non gli conviene… 😉
      Blake è davvero un visionario, le sue immagini per la Divina Commedia credo che siano tra le poche a saper rendere le atmosfere cantate da Dante.
      Su Papini, beh sì è ironico ma anche molto lucido. I guai della scuola di cento anni fa sembrano gli stessi di quella dei nostri giorni. Nel suo breve testo (lo puoi leggere tutto cliccando sul link rosso) scrive una frase di grande attualità: “[La scuola] insegna male perché insegna a tutti le stesse cose nello stesso modo e nella stessa quantità non tenendo conto delle infinite diversità d’ingegno, di razza, di provenienza sociale, di età, di bisogni ecc.”.
      Nel 1967 il concetto è stato ripreso da Don Milani nella sua celebre Lettera ad una professoressa: “Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali”.
      La scuola dovrebbe far crescere nelle differenze e far fiorire la diversità. Ecco cosa non abbiamo ancora imparato noi insegnanti!

  1. 24 Marzo 2015

    […] La prospettiva sul corpo umano: lo scorcio. Prova di grande virtuosismo, lo scorcio della figura umana non lascia mai indifferenti. Una mano o un braccio protesi verso di noi, che sembrano uscire dalla tela; un intero corpo disteso osservato in modo radente: cosa c’è di più difficile per un artista? Tecnicamente sarebbe una normalissima prospettiva con la differenza che, non trattandosi di un’architettura o di solidi semplici, si tratterebbe di rappresentare forme talmente complesse da richiederne una impossibile resa in prospettiva di tutti i vertici (ma quanti ne ha una mano o un corpo?). Un’idea per la tesina: correva l’anno… […]