Geometria e arte: i solidi di rotazione

Perché parlare di solidi nell’arte? E poi cosa saranno mai questi solidi di rotazione? Ve lo spiego subito.

I solidi sono di due tipi: i poliedri (ottenuti dalla combinazione di figure piane e privi di superfici curve) e, appunto, i solidi di rotazione o di rivoluzione (ottenuti dalla rotazione di una superficie piana attorno ad un asse e dotati di superfici laterali curve).

Se facciamo ruotare a 360° un rettangolo attorno ad un lato  si ottiene il cilindro, se facciamo questa operazione con un triangolo rettangolo che ruota attorno ad un cateto si realizza un cono, mentre se utilizziamo un semicerchio si crea una sfera.

Questi sono i più semplici solidi di rotazione. E qui interviene già l’arte. Questi tre solidi, infatti, si utilizzano spesso per gli esercizi di chiaroscuro.

Rendere la tridimensionalità di un solido di rotazione su un supporto bidimensionale come un foglio di carta è abbastanza arduo: la luce scorre sulla superficie con angolazioni sempre differenti creando, così, dei gradienti continui di luminosità.

Imparare ad usare la matita con la giusta pressione per ottenere una sfumatura progressiva è un’attività di fondamentale importanza nel disegno a mano libera.

Questi tre solidi sono talmente essenziali dal punto di vista percettivo e artistico che Paul Cèzanne arrivò a consigliare di “trattare la natura secondo il cilindro, la sfera e il cono”, dunque di geometrizzarla trasformandola in una creazione umana, poiché “l’arte è un’armonia parallela alla natura”.

Ma non crediate che i solidi di rotazione siano solo questi tre! In realtà sono infiniti perché qualunque linea (detta generatrice) che ruoti attorno ad un asse determina un solido di rivoluzione.

Il risultato può essere un volume toroidale o anche qualcosa che ricorda un balaustrino

Dal punto di vista delle creazioni artistiche questi sono solidi ancora più interessanti.

Pedro Reyes, ad esempio, ha creato i suoi pupazzi attraverso dei solidi di rivoluzione. In questo caso sono colonnine di legno tornite secondo sagome predefinite.

Ma l’idea di rappresentare una figura umana attraverso un solido di rotazione non è recente: nel 1933, infatti, Renato Bertelli, in una sua parentesi futurista, ideò il “Profilo continuo del duce“, un ritratto di Mussolini creato dalla rotazione a 360° del volto di profilo.

Un’idea molto dinamica e moderna che è stata poi ripresa in altri casi meno degni di nota come l’intervento di Italo Rota per il Foro Italico di Palermo del 2006.

Un’installazione (incomprensibile) di 1400 birilli in ceramica che rappresentano il profilo rotatorio di Eleonora d’Aragona nella versione scolpita da Francesco Laurana nel 1468.

Ma si può fare anche la scultura inversa: in pratica si tratta di utilizzare il profilo come vuoto invece che come pieno.

Il risultato è quel famoso vaso a forma di profilo in negativo che sicuramente avrete già visto nella celebre immagine ambigua.

Con una po’ di pazienza e una stampante 3D potete farlo anche con il vostro… basta seguire le istruzioni.

In realtà tutti i vasi, anche quelli che non presentano profili umani, sono solidi di rivoluzione. Difatti nascono proprio attraverso la rotazione dell’argilla sul tornio!

È sempre estremamente affascinante vedere la creta prendere forma sotto le mani sicure del vasaio!

Dai tempi dell’invenzione del tornio più di 2500 anni fa (ma in Cina apparve già 3300 anni fa) fino ai nostri giorni, i vasi in terracotta si continuano a lavorare sempre allo stesso modo. Ne vengono fuori forme elegantissime e pure come i vasi di Eva Zeisel

… o come quelli di Jaan Mobach, terrosi e vissuti.

Non creadiate però che si possano fare solo volti e vasi!

Tom Lauerman, ad esempio, ha realizzato Phrase (2004), scultura in ceramica la cui forma è data dalla rotazione delle onde sonore prodotte pronunciando, appunto, una frase.

La stessa idea è stata ripresa da Luke Jerram per riproporre, attraverso una inquietante scultura, l’andamento delle onde sismiche relative al devastante terremoto che ha colpito il Giappone nel 2011.

Ma Jerram non è nuovo a sculture del genere: ha trasformato in solidi di rotazione (usando vetro, marmo e materiali di sintesi) anche la linea di confine tra Messico e USA, l’andamento della borsa americana prima e dopo il famoso crollo del 2009 e persino il suono dell’esplosione atomica di Hiroshima.

Opere estremamente concettuali capaci, però, di rendere visibili e palpabili le più drammatiche esperienze umane raccogliendole entro forme che, in fin dei conti, sono anche belle!

Sicuramente più “neutri” sono i lavori di Max Lamb, designer inglese che ha realizzato degli sgabelli in calcestruzzo e in feltro di lana pressata utilizzando un processo di tornitura simile a quello usato per il legno.

Abbastanza curiosi, questi arredi, vero? Sembrano dei giganteschi pedoni degli scacchi

Eppure i solidi di rotazione sono ovunque intorno a noi. Non c’è bisogno di cercare sculture bizzarre o vasi particolari. Guardatevi intorno: quanti oggetti, a parte piccole aggiunte funzionali, sono fondamentalmente dei solidi di rotazione?

Penne, bicchieri, caffettiere, barattoli, bottiglie, lampadari, siringhe, piatti, flaconi, gambe delle sedie etc. etc. sono tutti solidi di rotazione.

E voi, quanti altri ne avete trovati?

 

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8 risposte

  1. MARIA ha detto:

    percorso interessante ed istruttivo.La rotazione,nei suoi vari aspetti,diventa una realtà vivibile e non astratta ed astrusa come ,purtroppo,viene insegnata nella scuola.Complimenti!

  2. Vambro ha detto:

    Leggo sempre con interesse Didatticarte, c’è sempre da imparare anche aal mia età che di cose del mondo ne ho viste tante. Grazie e ancora grazie

  3. rosario ángeles sfeir ha detto:

    muy bueno, buenísimo

  4. Aureliana Strulato ha detto:

    bello, bello, bello !

  5. Alex ha detto:

    Grande Emanuela,
    riesci sempre a trovare spunti originali per svilupparli in forma colta ed interessante.

  6. ADRIANA TROISIO ha detto:

    bellissimo…..mi piacerebbe imparare a giocare con la creta e il tornio.