Scultura, i materiali che non ti aspetti
Quando pensiamo alla scultura ci viene subito in mente il marmo e, in effetti, è un materiale che si presta ad infinite possibilità espressive come abbiamo visto in questo post.
Ma, oltre ai materiali tradizionali come pietra, argilla e bronzo, si possono realizzare sculture con un’infinità di altri materiali “non ortodossi“.
Materiali poveri, scartati, effimeri, ma con una grande potenzialità comunicativa ed estetica. Materiali che sembrano volerci dire che anche ciò che è imperfetto nasconde una scintilla di bellezza capace di risplendere se viene svelata.
Vi ho già parlato, ad esempio, dei legni spiaggiati: rami e tronchi che il mare, dopo averli levigati e schiariti, restituisce sulle coste in forme scultoree ed evocative. Molti artisti, tra i quali Heather Jansch, realizzano splendide sculture proprio assemblando questi “objet trouvé“.
Più delicati sono gli animali di Vincent Richel. Aironi, gufi ed altri fragili uccelli sembrano pronti a librarsi da un momento all’altro.
Le creazioni in rete metallica di Benedetta Mori Ubaldini appaiono ancora più impalpabili. Il materiale scelto, infatti, si presta alla realizzazione di forme evanescenti e delicate!
Ancora più effimere sono le sculture fatte di ghiaccio. Un caso eclatante è stato quello delle mille statuine che l’artista brasiliana Nele Azevedo ha posizionato sotto il sole a Berlino per restituire la città all’arte ma anche per mostrare gli effetti dei cambiamenti climatici sul futuro del nostro pianeta.
Le sculture si sono liquefatte nel giro di 30 minuti… la Terra quanto ci impiegherà?
Senz’altro più durature sono, invece, le sculture di James Corbett. Composte solo di parti d’auto dismesse appaiono come enormi giocattoloni robotizzati.
Questo ed altri esempi sono una perfetta manifestazione del pensiero creativo che lo psicologo Edward De Bono così definisce “… si tratta di considerare le cose non soltanto per quello che sono, ma per quello che potrebbero essere. In genere una stessa cosa può essere esaminata sotto molti aspetti, e talvolta i punti di vista meno ovvi si rivelano i più utili. Val sempre la pena, quando si è capita una cosa per quello che è, di approfondire l’esame per vedere cos’altro potrebbe essere“.
Ecco, allora, cosa possono essere i tappi delle penne Bic per Victor Nunes!
Pensiero creativo, pensiero divergente, pensiero laterale, insomma un approccio verso i materiali che ci permetta di superare lo stereotipo e di trovare nuovi significati concettuali e formali. Un po’ quello che vi avevo già raccontato a proposito della graffetta.
Nelle mani del creativo diventano sculture anche i materiali più insospettabili. Ecco Gary Hovey con le sue creature fatte di posate…
… e poi le sculture composte esclusivamente da nastro adesivo…
… quelle di Brian Dettmer fatte con musicassette fuse…
… e poi quelle di Young-Deok Seo fatte solo con catene di biciclette…
… ma anche quelle di gusci d’uovo create da Kyle Bean…
… oppure le creazioni con porcellane rotte di Li Xiaofeng.
È chiaro che questi materiali non possono essere né modellati come creta né scolpiti come pietra. Di volta in volta occorre, dunque, capire in che modo assemblare o deformare la materia prescelta.
Per scolpire frutta e ortaggi, ad esempio, sarà necessaria una lavorazione molto accurata, quasi da orafo! Guardate cosa si può realizzare scavando e incidendo le verdure.
Per non parlare della cioccolata! Sculture sinestetiche che con il loro aroma stimolano tutti i sensi…
Decisamente meno appetitose sono le sculture fatte con gli pneumatici da Yong Ho Ji. Creature inquietanti dalla pelle nera squamose e potenti.
Osservate adesso questi suggestivi paesaggi scolpiti da Guy Lamaree. Sembra impossibile ma sono scavati dentro pile di libri (tranquilli, ce ne sono tanti in giro di tomi del tutto inutili).
Ma credo proprio che non esistano limiti alla scelta di materiali da utilizzare per le sculture. Date un’occhiata alle creazioni qui sotto…
Lo scultore Bruce Gueswel ha fatto proprio un esperimento di tipo materico: ha realizzato la stessa statua assemblando materiali sempre diversi. Il risultato finale è davvero suggestivo!
Pensate che si può scolpire pure l’acqua: Shinichi Maruyama lo fa lanciando spruzzi in aria e fotografandone la forma con tempi di posa ridottissimi.
Certo non è una forma scelta dall’autore, ma nell’ottica della bellezza insita nelle piccole cose (che i giapponesi chiamano wabi-sabi) e della magia irripetibile del gesto, si tratta senz’altro di sculture a tutti gli effetti.
Vogliamo osare di più? Allora eliminiamo pure la materia… c’è chi l’ha già fatto realizzando sculture d’ombra.
Questo è Fabrizio Corneli…
… e questo è Kumi Yamashita.
E adesso guardatevi intorno: sono sicura che qualsiasi cosa stiate osservando sarà già stata utilizzata per farne una scultura.
Provare per credere!
Stupendo
Molto interessanti le variazioni “sul tema” della scultura di Bruce Gueswel.
^_^
Emanuela la tua storia dell’arte fatta con certi esempi fanno capire la tua bravura e il riciclaggio è un esempio per far capire ai tuoi studenti il diverso modo di pro-gettare in momento cruciale della loro formazione.
Grazie dell’apprezzamento, Claudio!
Ripetizione differente e scelte di supporti un po’ dada
gustoso! brava Emanuela e grazie.
grazie a te!
Non ci sono davvero limiti alla creatività. Bellissimo post!
Sempre molto interessante, grazie per quello che fai
Ti ringrazio Diego
immagini e contenuti interessanti e bellissimi, come sempre. Grazie
😀
¡Fantástica entrada, como siempre! Felicidades.
gracias!