Copiare per imparare a vedere e a disegnare
Copiare: uno dei primi esercizi che si fanno per imparare a disegnare. Copia dal vero, copia da immagini, copia a memoria. L’importante è cercare di riprodurre in maniera più fedele possibile ciò che è stato osservato.
Tutti i grandi artisti del passato hanno cominciato copiando. Michelangelo copiava Giotto e Masaccio cercando di carpire i segreti della forte tridimensionalità delle figure da loro dipinte. Attraverso il disegno tratteggiato coglieva il chiaroscuro e il modellato scultoreo dei suoi predecessori.
Alcuni pezzi antichi, primo tra i quali il famoso Torso del Belvedere oggi conservato ai Musei Vaticani, sono stati oggetto di studio in qualsiasi epoca anche da parte degli artisti più insospettabili: il torso è stato copiato anche da un barocco come Rubens, da un romantico come Turner e addirittura da Picasso!
Se l’hanno fatto loro vuol dire che non è un’attività inutile, una banale riproduzione di ciò che viene percepito. Per copiare, infatti, occorre passare dal semplice guardare al vedere!
Guardare è attività passiva, è ricezione di uno stimolo visivo (anche se meno passiva di quanto immaginiamo); vedere è un fenomeno attivo, è andare oltre, cogliere proporzioni tra le parti, equilibri di pieni e di vuoti, angoli, posture, dettagli e geometrie sottese all’organizzazione delle varie parti.
Il disegno, in questo, è fondamentale, perché l’atto di riassumere un oggetto osservato all’interno di poche linee è un momento conoscitivo, una pratica che racchiude in sé analisi e sintesi.
La capacità di copiare, se da un lato presume una sorta di “predisposizione innata“, dall’altro è un’abilità che può essere sviluppata attraverso l’esercizio.
Per imparare a copiare, infatti, bisogna allenare l’occhio a cogliere le relazioni tra le varie parti, le proporzioni reciproche, lo schema geometrico nascosto nell’immagina osservata.
È di grande aiuto, dunque, cercare nell’oggetto da copiare delle strutture semplici come archi, triangoli, quadrati per poter proporzionare correttamente il disegno.
In base al tipo di immagine ci si può aiutare, in fase di schizzo, cercando di individuare le linee della prospettiva oppure utilizzando una griglia trasparente da traguardare (anche se non è molto consigliata perché ‘impigrisce’ nell’osservazione della struttura delle cose).
Può sembrare un esercizio accademico, noioso e meccanico. Ma l’obiettivo non è la ricerca di un disegno iperrealistico (quello spesso è davvero poco comunicativo) bensì lo sviluppo della capacità di vedere andando oltre gli adattamenti che ci propone il nostro cervello.
Spesso, infatti, tendiamo a disegnare attraverso facili stereotipi, eliminando piccole ambiguità, regolarizzando e semplificando la scena. Allora occorre “educare” la nostra visione e non c’è esercizio più efficace della copia dal vero!
Anche tanti artisti contemporanei hanno iniziato copiando perché solo conoscendo le “regole” della rappresentazione è possibile trasgredirle e superarle. Persino quelli più concettuali come Fontana sono passati attraverso lo studio dell’anatomia del corpo umano.
Tornando a Picasso, è celebre, da questo punto di vista, la sua sequenza dei tori: dal disegno dettagliato e verosimigliante alla stilizzazione più essenziale, punto di arrivo di una faticosa ricerca di purificazione dell’immagine.
L’esercizio della copia, dunque, non è un’attività sterile e autoreferenziale, anzi possiede un grande valore didattico: ci obbliga a superare lo stereotipo e ad osservare la realtà esattamente come appare ai nostri occhi.
Grazie betty edwards
Betty Edwards ne ha parlato quarant’anni anni fa, ma l’esercizio della copia si faceva già da secoli.
Questo post mi fa ricordare… che sono davvero una schiappa a copiare! 😛 >D Da vera profana, sono più “brava” ad “inventare”… Immagino che questo voglia dire che non sono molto portata per l’arte del disegnare, o dipingere! (Anche se mi rilassa farlo… e vorrei o seguire un corso, o mettermi a farlo più spesso…) 🙂 😀
Salve, sarà che sono mentalmente molto carente,ma non ho capito i commenti ed i complimenti su quanto sopra scritto, ma io sto cercando di imparare a disegnare anche se ho 75 anni, quindi punti di fuga e prospettive, copiare dal vivo, su carta, ricalcare, insomma tutto quello che possa darmi qualcosa per imparare il disegno, corsi on line non me li posso permettere vivendo di pensione,…debbo per forza morire d’inedia? Esiste qualcosa o qualcuno che possa aiutarmi? Per esempio, come faccio a sapere con quanti punti di fuga posso copiare un’immagine,una cartolina, uno scorcio di paese da una foto ecc? Grazie a tutti i temerari che proveranno a rispondermi…Renzo Rosa
Gentile Renzo, c’è poco di che essere temerari: non esistono scorciatoie per imparare a disegnare; solo studiando la teoria della prospettiva si possono individuare i punti di fuga in una scena. Dunque bisogna dotarsi di un buon libro, magari anche di un buon insegnante, ed esercitarsi quotidianamente.
Per quanto mi riguarda non capisco l’osservazione sui complimenti ricevuti. C’entra qualcosa con i suoi problemi grafici?
Buongiorno, Sig. Renzo. Io ho la sua identica età e la pittura è il mio lavoro da oltre 60 anni. Ho insegnato pittura etc per oltre 30 anni, e, ancora oggi, se c’è qualcuno che ha bisogno di una mano, in qualsiasi tecnica e/o problema… mi piace dare una mano. Da sempre, io ho un metodo d’insegnamento abbastanza strano e diverso da quello “tradizionale” spesso estremamente lungo ed improduttivo. Chiunque, dotato di normali caratteristiche psico fisiche, con me, impara a copiare qualsiasi soggetto in 30 ore di mie lezioni. E sono centinaia, se non migliaia, le persone che possono testimoniarlo. Ovviamente, io do la “garanzia” più seria: chi non dovesse, dopo le trenta ore di corso con me, riuscire a copiare gli oggetti o soggetti che ha di fronte, avrebbe diritto alla totale restituzione delle somme versate per le lezioni. NON è MAI successo!. Per lei, comunque, se fosse ancora interessato, potrei fare una cosa diversa: il “corso” lei non dovrà pagarlo. Mi piace, poter dare una mano a chi se lo merita. Ovviamente, in trenta ore, non è che possiamo ipotizzare di poter realizzare il ritratto di monna Lisa… ma una “natura morta”… certamente si. Sia a matita che con altre tecniche. Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento, sempre che sia ancora interessato. (P.S. il sua approccio da autodidatta… con la ricerca di…punti di fuga… e cose così…. è totalmente inutile e, spesso, molto dannoso!)
Ci sono molti docenti di disegno e storia dell’arte che confondono il disegno dal vero con la copia di un’ immagine bidimensionale mediante il reticolo leonardesco. Sono cose molto diverse tra loro.
Tutto il mio apprezzamento per la varietà dei temi che proponi , sempre molto interessante, approfondito , piacevole. Grazie
Grazie a te!
Molto, molto interessante. Debbo dire anche che personalmente mi è sempre piaciuto copiare, forse perchè mio padre copiava Van Gogh, Gauguin e altro. Grazie. Isabella
davvero ben fatto, una risorsa di idee che offre tanti nuovi stimoli a chi come me insegna arte da tanto tempo.
Grazie!
Sempre affascinanti i Suoi blocs, grazie !
Sono un’insegnante di matematica e ti seguo con passione. C’è sempre qualcosa di interessante, piacevole e istruttivo nei tuoi post. Semplicemente, grazie!
Grazie a te, Silvia. Riuscire ad interessare anche docenti di altre discipline è per me un bellissimo risultato!
quest’anno accademico voglio far conoscere il vostro blog ai miei allievi d’una scuola di graphic design in Barcellona…. dal catalano penso che ce la faremo….
Wow! Fantastico 😀
Meraviglia! Io vivo a Barcellona, posso sapere il nome della scuola di Graphic Design, per favore? 🙂
Vorrei sapere se posso tradurre questo articolo (Portoghese dal Brasile). Grazie!!
Certo Patricia! Mi può solo fare piacere 😀
Grazie per tutte le informazioni… l´ho condiviso con i miei colleghi della scuola d´arte. davvero, interessante!
Cara emanuela,non credo di dover aggiungere nulla alla stima incondizionata più volte rinnovata nei commenti. Dico semplicemente grazie. Ina sett fa ti ho scritto a proposito del mio misero blog. Ho pubbl amcora quattr umili articoli,ma spero di crescere col tempo. Qualora avessi un minuto potresti darmi il tuo severo parere. Sulparmaso.wordpress.com. grazie x tutto.
Ti ringrazio Filippo! Ho già visitato il tuo blog e ho lasciato un commento sotto un articolo. L’hai trovato?
inutilre sprecare parole è come cancellare troppe volte il tratto…solo grazie
🙂
Curiosa l’immagine di Norman Rockwell che ritrae se stesso…ma senza occhiali!
Interessante
ciao Emanuela, e ormai qualche mese che seguo il tuo bellissimo blog, attraverso il quale riesci a dare sempre stimoli concreti e punto di vista veramente attivo per divulgare la materia ma soprattutto la passione per l’arte e il disegno.Spesso condivido i tuoi aggiornamenti sul gruppo fb della scuola in cui lavoro è molti colleghi e allievi …..apprezzano.
questo sul disegno dal vero mi emoziona particolarmente perché , insegnando disegno e arte ,in una scuola di oreficeria, amo portare i miei allevi a copiare dal vero…..all ‘interno dei musei torinesi e devo dire che questa pratica , attiva sempre un ‘ interesse autentico e partecipativo che non riscontro nelle semplici visite guidate! ti ringrazio ancora per i riscontri e gli spunti che pubblichi !Saluti da Monica
Grazie mille per queste riflessioni e per il tuo apprezzamento! È molto importante per me contribuire al dibattito sulla didattica dell’arte 😉
Tante grazie Didatticarte per tutte informazione molto importante e didattica di arte perche posso imparare per dopo insegnare in la scuola. Salutti di Argentina.
Grazie a te, Valeria. Sei sempre gentilissima 😀