Creatività di un vaso greco: le infinite forme dell’aryballos
Profumi o unguenti. Ecco ciò che conteneva l’aryballos, un minuscolo vaso dell’antichità classica dalla forma generalmente globulare.
Un oggetto quasi insignificante per le sue dimensioni rispetto agli immensi crateri decorati. Eppure la varietà di forme assunte dall’aryballos sorprende per fantasia ed eleganza.
Ma procediamo con ordine. Per intenderci meglio facciamo un ripasso della nomenclatura del vaso (sapete quanto ci tenga al glossario dell’arte…).
È interessante notare l’analogia con le parti del corpo umano (ma i miei studenti, a questo punto, mi chiedono sempre perché “anse” e non “braccia”…).
Ed è interessante anche confrontare le tipologie dei vasi greci per apprezzarne il design funzionale ma anche le proporzioni armoniche e la cura dei dettagli.
La forma e le dimensioni del vaso variano in funzione del contenuto così come il numero e la forma delle anse.
In genere hanno una sola ansa verticale quei vasi utilizzati per versare un liquido. Due anse orizzontali sono più adatte al trasporto del vaso. L’hydria, invece, ne ha tre perché era usata sia per il trasporto che per la mescita dell’acqua.
Ma torniamo al nostro bravo aryballos. Come si può osservare è generalmente panciuto, ha una piccola ansa verticale collegata ad una bocca con labbro ampio e piatto, la sua altezza non supera i 15 cm e può anche non avere piede. Quest’ultima particolarità è dovuta al fatto che spesso veniva tenuto legato al polso dagli atleti o appeso al muro.
Ma cosa c’entrano gli atleti con un vasetto per unguenti?
È presto detto: nell’antica Grecia i ginnasti spalmavano il loro corpo di olio di oliva prima di affrontare le gare. L’olio, oltre a conferire lucentezza alla muscolatura e consentirne il massaggio, rendeva il corpo scivoloso e quindi aumentava la difficoltà nelle competizioni di lotta corpo a corpo.
Ma gli oli e i profumi non erano solo appannaggio degli sportivi. Gli oli aromatizzati erano bruciati come offerta agli dei, usati dalle donne come arma di seduzione, cosparsi sul corpo dei defunti ed ampiamente commercializzati dai mercanti.
Data l’importanza dei profumi nel mondo greco, l’aryballos (nato in età arcaica e diffuso tra IX e VI sec.a.C.) ha avuto una diffusione straordinaria sebbene non fosse l’unico contenitore per unguenti (c’era anche l’alabastron, piccolo vaso allungato e senza anse).
Generalmente era un vaso fittile, realizzato cioè in terracotta, ma se ne possono trovare esemplari di età romana in vetro soffiato, tecnica inventata nel I sec. a.C.
Ma a quali forme si riferisce il titolo? Gli aryballoi visti fin qui sono tutti piuttosto simili. E invece ce ne sono di tutte le forme: dagli animali di ogni genere alle parti del corpo umano, dalle creature mitologiche alle forme toroidali.
Uno dei miei preferiti è quello a forma di civetta (630 a.C.) conservato al Louvre, un piccolo capolavoro protocorinzio di terracotta dipinta. L’apertura posta nella coda permetteva di non interrompere la forma plastica di questa scultura in miniatura mentre il foro nella base era utilizzato per appendere l’aryballos con un laccio.
L’animale di piccola taglia è un motivo frequente nelle forme degli aryballoi. Ci sono quelli a forma di riccio…
… quelli a forma di pesce…
… di coniglio…
… di scimmia…
… e degli animali più disparati, incluse le conchiglie.
Queste micro-sculture sembrano proprio degli esercizi di creatività (come quelli della graffetta di cui ho già parlato), delle variazioni sul tema che ci raccontano di un mondo raffinato e amante dei dettagli preziosi.
Dettagli che, nel caso degli aryballoi antropomorfi, arrivano alla definizione del sandalo (li abbiamo già visti parlando di piedi nell’arte) o dei particolari di un elmo.
Particolarmente curiosi sono i vasetti a forma di testa negroide o quelli con doppio o quadruplo volto.
Ricordano gli ex-voto, invece, quelli a forma di gamba. Ma forse si tratta degli aryballoi appartenuti a degli antichi corridori che alle gambe ci tenevano tanto! Non oso immaginare, però, chi fosse il proprietario di un originalissimo aryballos a forma di pene!
Più ordinari sono quelli a forma di anello. Un po’ scomodi da indossare, erano senz’altro più adatti ad essere appesi.
Insomma i nostri stilisti, con le loro bizzarre bottigliette di profumo, non hanno inventato proprio nulla 😉
Un aryballos a forma di atleta inginocchiato che lega sulla fronte la fascia della vittoria o a forma di busto di minotauro, è qualcosa di più di una semplice bottiglia.
È un amuleto, è un oggetto capace di infondere dei poteri quasi soprannaturali nell’olio balsamico che contiene.
E quando un oggetto mette insieme tecnica, arte e un pizzico di magia non posso che restare incantata ad ammirarlo. E voi?
Gentile Emanuela, per una ricerca che sto svolgendo mi piacerebbe sapere la provenienza dell’aryballos falliforme (e maggiori dettagli se li conosci: cronologia, museo etc.).
Grazie mille e complimenti per l’articolo davvero esplicativo! Antonio
Salve Antonio, grazie per l’apprezzamento. Questa è la scheda completa dell’aryballos di cui mi hai chiesto: https://www.mfa.org/collections/object/oil-flask-aryballos-in-the-shape-of-a-phallus-153575
Davvero gentilissima! Attendo con impazienza nuovi argomenti a tema archeologico. Grazie mille
Hai già visto l’articolo sul rhyton? Mi sono divertita molto a scriverlo 😉
https://www.didatticarte.it/Blog/?p=7586
Sì, avevo letto anche l’articolo sul rython. Mi ha sopreso vedere alcune forme che ancora non conoscevo! Davvero entusiasmante, grazie.
Sempre un grande piacere leggere i suoi articoli, interessantissimi, grazie!
Ti ringrazio!
C osi’ belli e fantasiosi gli ariballos liberano la fantasia!!!!!!!!!!mi sarei messa subito all’opera ma
per ora ho una gamba immobilizzata !!!!!!!!!Sempre…….. contagiose le appassionate presentazioni di Emanuela Pulvirenti!!!!!!!!!!!!!
Grazie Antonietta! E rimettiti presto 😀
Molto bello anche questo articolo sulla ceramica, peccato che ce ne sia solo uno su questo ambito… geniale il collegamento tra aryballos e bottigliette di profumo 😀
TUTTO CIO’ FA CAPIRE CHE L’UOMO E’ SEMPRE LO STESSO… CAMBIANO SOLO LE POSSIBILITA’ TECNICHE MA I DESIDERI SONO MOLTO SIMILI…
Grazie x queste lezioni di storia che ci regala. L’articolo è meraviglioso!!!!! Sono felice di aver trovato questo web. Grazie ancora
Grazie a te per l’apprezzamento Anna Rita!
la creatività straordinaria nelle invenzioni René Lalique, una collezione di grande prestigio presso,www.lisbonaweb.it/musei-lisbona/museo-gulbenkian/. Grazie per il tuo incessante impegno.
Grazie per la segnalazione, prendo nota 🙂
(e grazie per l’apprezzamento, come sempre)
Moi aussi. Grazie per queste perle di conoscenza
Grazie a te Luisa!