Più è antico, più è moderno!
Ho notato che quando pubblico su Facebook le immagini di sculture molto antiche (preistoriche, sumere, cicladiche, etrusche…) il commento più frequente è: “Che modernità!“.
È chiaro che dal punto di vista storico è un giudizio privo di senso: potremmo dire che le sculture contemporanee hanno spesso un gusto arcaico ma non il contrario, dato che gli antichi non conoscevano l’arte del XX secolo…
Ma è anche evidente che si tratta di un giudizio che non va preso alla lettera. Un po’ come il cosiddetto “Barocco Ellenistico“: milleottocento anni prima del Barocco, l’arte ellenistica sembra anticipare tanti aspetti tipici del Seicento come il pathos, il dinamismo, l’espressività globale della composizione.
L’arte classica, d’altra parte, è sempre “moderna”. La sua tensione verso l’equilibrio perfetto, stemperato dai limiti della materia, fa parte del DNA dell’espressione artistica di ogni tempo. La sua ricerca di bellezza, di armonia è un modello costante nella civiltà occidentale anche quando viene declinata in modo espressionistico.
Ma il Novecento e le Avanguardie hanno guardato al passato anche, e soprattutto, in senso anticlassico.
Perché quell’età, e tutta l’arte che in modi differenti a quella si è ispirata, è un riferimento ingombrante, insostenibile: non si può fisicamente andare oltre Michelangelo e Bernini. Dopo quella mano che affonda le dita nel marmo morbido come carne la strada si chiude.
E se non si può andare sulla stessa strada occorre prenderne un’altra, occorre liberarsi dall’eredità pesante dei maestri, ricominciare da capo: da una massa sbozzata, da forme sgraziate, da un’espressività pura, primitiva, libera da canoni proporzionali o da dettagli anatomici.
È così che Matisse e Picasso riscoprono l’arte africana…
Amedeo Modigliani, invece, si ricollega all’arte cicladica, quella forma di scultura essenziale, allungata e geometrica realizzata circa cinquemila anni fa nell’arcipelago del mar Egeo, molto prima che nascesse l’arte greca.
La sua attività scultorea (che presto Modì abbandona a causa dei problemi respiratori dovuti alla tubercolosi) si esprime attraverso poche teste stilizzate e lineari. Talmente “semplici” nella loro purezza da poter essere facilmente realizzate anche da un ragazzino armato di trapano elettrico (è quello che avvenne con il famoso scherzo delle false teste nel 1984).
A questo stile asciutto e schematico Modigliani era stato introdotto da Constantin Brâncuși, scultore rumeno che ha riscritto l’arte primitiva in forme di assoluta purezza o, al contrario, di grande forza materica.
E così lo stile di Brâncuși o di Arturo Martini ci è talmente familiare che stentiamo a credere che sculture come la “Venere di Malta” possano risalire al 3.300 a.C.!
Stessa cosa per le filiformi figure di Alberto Giacometti, gemelle siamesi dei bronzi etruschi…
La stessa stilizzazione dei corpi, tipica dell’arte primitiva e di quella infantile, è l’obiettivo del lavoro di Paul Klee: i suoi omini, fatti di pochi tratti come i disegni dei bambini o i graffiti rupestri, sembrano riportare la pittura al grado zero del linguaggio visivo. La linea che traccia una forma. Stop.
Lo stesso sapore arcaico e tribale degli esperimenti di Keith Haring. Forme d’arte in cui si esprimono istinti primordiali attraverso la forza dei segni e del ritmo… quasi la versione dipinta di una danza maori!
Ma il fascino dell’antico non appartiene solo a pittura e scultura. Tante testimonianze del passato, come i gioielli o i manufatti in vetro, possiedono una freschezza sorprendente, un’attualità che ci fa pensare: ma allora in questi tempi non hanno inventato più niente?!
Il fatto è che questi sono archetipi, forme primigenie. Le basi dell’arte con cui siamo tornati a fare i conti.
Ma se il cerchio si è chiuso allora l’arte è morta? “L’arte appartiene al passato”, diceva Hegel. Ma Gadamer risponde che no: l’arte è più viva che mai!
Ha a che fare con la spiritualità, il trascendente e, anche se recupera schemi antichi, attribuisce loro significati completamente nuovi.
È il senso ciò che separa un idolo antico da una scultura modellata come un ciottolo, come un osso asciugato dal sole.
C’è qualcosa di ciclico, è vero, ma c’è anche qualcosa di irripetibile, per fortuna… altrimenti non avrei più nulla da raccontarvi!
Una riflessione molto interessante e stimolante, grazie.
Sempre interessantissimo!!
E Picasso! Sempre interessante, grazie!
Grazie Eveline!
Mi ha sempre dato fastidio l’affermazione “ma com’è moderna!”, parlando di un’opera del passato, quasi fosse un compiacimento per ciò che si fa oggi, per i progressi fatti e per i risultati raggiunti, come se avessimo superato le idee del passato e avessimo rifondato l’uomo. Credo che, a parte la tecnologia e le nuove scoperte, l’uomo viva sempre gli stessi sentimenti, si interpelli sugli stessi argomenti, uccida per gli stessi motivi. Pensieri, lagnanze, problemi sociali espressi da filosofi e storici di secoli fa, sembrano scritti da autori contemporanei.Ma quanto siamo antichi!
Vorrei farVi notare che in questa pagina è presente una falsa scultura di Modigliani facente parte della collezione Klaus Perls ed esposta attualmente al Metropolitan Museum di New York. Tale scultura è la prima in basso (partendo da sinistra) ravvisabile a questo url:
https://www.didatticarte.it/Blog/wp-content/uploads/2015/06/scultura-cicladica-modigliani.jpg
Un caro saluto
Stefano Renzoni
Grazie mille per la segnalazione 🙂
Affascinante che pura bellezza non conosce tempo……
Questo sito è una miniera d’oro! 🙂
Grazie Alberto, sei gentilissimo!
Semplicemente mi unisco al coro dei “Grazie”
per quest’ennesima e interessantissima riflessione.
Grazie Emanuela!
😀
Sempre un grande piacere per la mente e per gli occhi quello che scrive e che mostra.
Grazie!
È un piacere anche mio. Grazie Elisa!
Molto spesso per comprenderci è necessario tornare all’origine,senza il passato non si ha futuro.
Grazie ,spero di trovare il mio
Ogni lezione è un piccolo gioiello! La chirezza espositiva, gli esempi calzanti e la passione che traspare da ogni parola, rendono la lettura de post un momento prezioso di approfondimento. Brava, è un piacere seguirti!
Grazie Rossana! È un piacere per me scriverli 🙂
Ogni tuo articolo è un regalo meraviglioso. Grazie!
Grazie Luke!
… quella mano che affonda le dita nel marmo morbido …
Non trovo un termine diverso da “sconvolgente” per definirlo, lo guardo e penso: “no, quello non può essere marmo …”
Sono una tua collega (ecco perchè il “tu”!), anche se insegno lettere nella secondaria di primo grado. Ti seguo da parecchio e non mi perdo un solo tuo articolo. Non so nulla di arte, ma sono un’amante ignorante: appena posso vado a vedere le mostre d’arte (sempre, rigorosamente con la guida!), divoro le spiegazioni , sono capace di stare seduta un quarto d’ora davanti a un quadro che mi piace; perchè mi piace, spesso non lo so dire….. Esco dalla mostra e regolarmente mi dimentico due terzi delle spiegazioni che ho sentito….ma la vlta successiva ricomincio da capo!
Spesso mi sono ispirata ai tuoi articoli per le mie lezioni in classi (ti sarò sempre grata).
E spesso mi chiedo : se da alunna, avessi avuto un’insegnante come te, invece di professoresse che ci facevano dipingere tavole e tavole con i colori a tempera copiando verdure e solidi, producendo lavori terribili che pesavano un chilo e non si asciugavano mai, nemmeno sul calorifero?
Brava, bravissima! Continua così!
m.p.
Grazie dell’apprezzamento, Marina!
Chi lo sa come sarebbe andata? A volte ci sono cose che si scoprono da adulti; non sempre a scuola abbiamo la capacità di apprezzare ciò che ci viene proposto. Io sto riscoprendo adesso la filosofia. A scuola avevo un docente considerato molto bravo ma io non riuscivo ad entrare nel suo mondo! E da docente non sono mai sicura di aver fatto ciò che era meglio per i ragazzi. Forse è il bello dell’insegnamento!
APPLAUSI APPLAUSI APPLAUSI
😀 😀 😀
Grazie delle sempre splendide lezioni. I Suoi alunni sono molto fortunati.
Luigina
Ti ringrazio tanto!
Espressioni d’arte davvero affascinanti. Ai piedi del Pompidou, a Parigi, c’è lo studio/atelier di Brancusi. Complimenti davvero per i tuoi scritti.
Grazie per la segnalazione e l’apprezzamento, Silva!
Brava come sempre. Profonda, chiara, sintetica e puntuale la sua lezione. Impressionante la similitudine tra l’attuale e l’antico. Sarà anche vero che l’arte esiste ancora (e speriamo che esista per sempre), però certe volte sembra che sià già stato detto la gran parte di quello che poteva essere detto, e forse in tutte le forme in cui poteva essere detto… Se così fosse sarebbe un dramma, saremmo sul bordo del precipizio della fine dell’arte. Certe volte si ha questa sensazione davanti a molte espressioni dell’arte contemporanea, che sembra cercare disperatamente nuove forme espressive, originalità esasperate, che forse la stanno allontanando dal nucleo profondo di quello che l’arte è stata lungo la sua storia.
Condivido pienamente la tua riflessione, Danilo. Ho anch’io la sensazione di assistere ad un’empasse dell’arte. Molta provocazione, molta mediaticità ma poca sostanza. Le prossime generazioni riusciranno ad intravedere cosa si può salvare…
Condivido e trovo molto interessante quello che lei ha scritto. La ringrazio
Tiziana Nironi
Grazie!
articolo molto interessante e ben corredato di foto!
Grazie mille 😀
Le sue sono delle meravigliose lezioni che mi fanno capire qualcosa dell’Arte nei suoi molteplici aspetti e specialmente di guardare un’opera con occhi diversi che vedono e non solo sfiorano,; sono rimasto impressionato da quel capolavoro del Bernini con le dita che affondano nel marmo….
Grazie per condividere la sua passione
Grazie a te, Sileno 🙂
Buona sera, mi piace quello che scrive e come lo scrive, volevo che lo sapesse. Marco
Grazie Marco!