Quando l’arte non invecchia mai

Mi imbatto sempre più spesso in varie reinterpretazioni attuali di opere d’arte di ogni epoca. Le ho viste rifatte in flash mob, fotomontaggi, tableau vivant e perfino in graffiti e videoclip. L’immagine di apertura, ad esempio, è una fotografia di Samuel Aranda ribattezzata “Pietà Yemenita“, un’iconografia della sofferenza che purtroppo si ripete ogni volta che una madre si fa carico del dolore di un figlio.

Ed ancora un messaggio forte, da luoghi di devastazione e guerra civile come la Siria, è il fotomontaggio di Tammam Azzam della serie Freedom Graffiti: un bacio di Klimt disteso sulla facciata bombardata di un palazzo. L’apice di bellezza e l’abisso di distruzione di cui è capace il genere umano.

Uno spettacolo egualmente drammatico, ma di pura finzione, ci viene offerto, invece, da Adad Hannah che riprende che cura certosina la celebre “Zattera della Medusa” di Gericault mettendola in scena con grande attenzione per ogni dettaglio.

Andando su remake più “leggeri” non si può non citare il mitico street-artist inglese Banksy che con le icone dell’arte di tutti i tempi riesce sempre a giocare in modo ironico ed acuto.

Per non parlare del divertimento allo stato puro del video 70 Million dei Hold your Horses… tutti i più grandi capolavori della storia vengono allegramente rivisitati e mescolati in un frullatone davvero surreale.

 

Ma cosa c’è dietro questo fenomeno? Mancanza di idee, scarso talento artistico o la scoperta, definitiva, che il messaggio dell’arte è universale ed eterno?

A vedere la bellissima serie di documentari “Come l’arte ha creato il mondo” di Rai5 sembrerebbe che l’arte abbia usato, per millenni, sempre gli stessi codici per rappresentare comportamenti, istinti e aspirazioni dell’uomo. Dunque, un manifesto di propaganda elettorale dei nostri giorni non è molto diverso dal fregio del re assiro Assurbanipal immortalato mentre caccia un leone.

Questo fa sì che l’arte possa essere considerata in qualche modo eterna, a prova di tempo, ed anche universale, un codice comprensibile a qualsiasi latitudine e longitudine.

Si spiega così il senso del continuo ricorso alla citazione delle opere del passato. Naturalmente in molti casi è un approccio irriverente… ma ormai abbiamo sdoganato la dissacrazione delle icone artistiche da circa un secolo! (Duchamp docet…)

Si tratta, tuttavia di un fenomeno abbastanza recente: gli artisti del passato, infatti,  riprendevano le opere antiche per comprenderne la lezione ma poi la applicavano in opere del tutto diverse.

La rielaborazione di un’altra opera secondo uno stile diverso nasce con i cosiddetti “d’apres“, un genere del Novecento che ha visto in Picasso, Bacon e Warhol i massimi esponenti.

Picasso, in particolare, amava ripetere “a me la pittura piace tutta” sottolineando, con ciò, il suo apprezzamento verso l’arte di ogni epoca e il suo desiderio di assorbirne il senso nelle sue opere.

Anche a coloro che non sono artisti viene spesso naturale rivedere in una foto di giornale, l’iconografia di un dipinto del passato.

A me è successo vedendo un’immagine delle rivolte che in questo momento agitano Istanbul: una ragazza procede decisa sulle macerie mentre dietro sventola una bandiera.

L’accostamento è stato immediato; non potevo non rivedere in quella foto un classico della pittura romanticista come “La Libertà che guida il popolo” di Delacroix!

Trovo tutto ciò estremamente interessante dal punto di vista formativo e culturale: scoprire quanto possa essere attuale un dipinto di mille anni fa o una scultura di duemila anni fa significa imparare a vedere con occhio diverso anche il nostro patrimonio culturale.

Vivo, attivo, capace di raccontare ancora qualcosa di ciò che è successo e di ciò che, comunque, è destinato a ripetersi!

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11 risposte

  1. camilla ha detto:

    Bellissimo come tutti i tuoi post! Grazie per la generosità con laquale condividi le tue ricerche/idee! Prorpio l’altro giorno cercavo di spiegare l’importanza della Gioconda di Duchamp.

  2. Arianna ha detto:

    Complimenti per il sito. Lo trovo ben fatto, ricco di stimoli e utilissimo per chi, come me, insegna Arte. Ho utilizzato molto materiale per i miei alunni, che ne hanno condiviso la qualità. Una valido supporto alla divulgazione dell’arte in ogni sua forma. Grazie del prezioso contributo! E continua così!

    • didatticarte ha detto:

      Ti ringrazio, Arianna. Utilizza pure a piene mani, non può che farmi piacere 🙂

  3. Guendalina ha detto:

    complimenti…è un sito bellissimo… ben fatto e molto utile…

  1. 4 Dicembre 2013

    […] […]

  2. 12 Luglio 2014

    […] Quando l’arte non invecchia mai. Mi imbatto sempre più spesso in varie reinterpretazioni attuali di opere d’arte di ogni epoca. […]

  3. 30 Giugno 2015

    […] dunque, la citazione è una pratica molto comune. Come scrivevo in un altro post, sembra dirci che l’arte del passato sia sempre […]

  4. 22 Giugno 2016

    […] spiegazione ideale dovrebbe cercare confronti con la contemporaneità, dovrebbe ricondurre ad esperienze artistiche attuali per ritrovare un soggetto, un tema, un […]

  5. 22 Giugno 2016

    […] e poi tanta, tantissima arte contemporanea (quella che a scuola non si fa mai!). Tante reinterpretazioni di opere d’arte (per comprendere quanto siano attuali anche le opere del passato), e poi […]