Vi racconto il pavimento cosmatesco di Westminster
Porfido rosso, serpentino verde, giallo antico e marmo bianco. Con questi quattro tipi di pietra i maestri marmorari della famiglia romana dei Cosmati hanno realizzato nel Lazio i pavimenti geometrici più belli del Medioevo (ma forse di tutti i tempi).
In particolare, quelli della Cattedrale di Santa Maria Annunziata di Anagni e della cripta di San Magno sono due degli esempi più raffinati e completi (nonostante alcuni rifacimenti moderni). E non è un caso che questi pavimenti cosmateschi si trovino proprio in quella città: Anagni, infatti, dette i natali a ben quattro papi tra l’XI e il XIII secolo ed era il loro luogo di villeggiatura preferito. Una località importante, dunque, tanto da essere chiamata “la città dei papi”.
Il pavimento, realizzato tra il 1224 e il 1227, presenta una fascia centrale in cui si ripete per cinque volte il motivo a quinconce (o quincunx) formato cioè da un cerchio centrale con altri quattro cerchi negli angoli.
Il cerchio in marmo è molto frequente perché i dischi venivano ottenuti dal taglio trasversale di vecchie colonne romane riutilizzate.
Accanto a questa striscia, che sembra accompagnare il fedele verso l’altare, si trovano tante zone rettangolari (dette partizioni reticolari) riempite con motivi geometrici basati sul quadrato o sull’esagono. Oltre ai quinconce e alle partizioni reticolari si trovano, infine, alcune serie di cerchi uniti da intrecci detti, con un termine francese, guilloche.
La tecnica con cui sono realizzati non è il mosaico, che prevede l’uso di piccole tessere quadrate, ma l’opus séctile. Questa antica tecnica di età romana si basava su elementi tagliati già con la forma definitiva: cerchi, quadrati, triangoli e losanghe. Piccoli elementi geometrici che, sapientemente incastrati, riescono a creare l’effetto di un magnifico tappeto ricamato.
Un tappeto con geometrie molto complesse. Ridisegnarne uno, anche un piccolo pannello come questo del Magister Vitellius Setinus, non è cosa facile. Se volte mettervi alla prova seguite queste istruzioni.
Questi motivi geometrici, tuttavia, non erano una novità. Nei mosaici romani di mille anni prima erano già apparsi intrecci circolari simili alle guilloche e ai quinconce.
Un pavimento di questo genere si trova anche nel presbiterio dell’Abbazia londinese di Westminster. Sì, proprio la chiesa dove vengono incoronati i reali inglesi e dove si celebrano i loro matrimoni!
Ma che ci fa un pavimento cosmatesco in Inghilterra? La storia comincia nel 1258 quando Richard De Ware, appena nominato abate di Westminster, si recò dal papa per ricevere la conferma del suo nuovo ruolo. L’incontro avvenne proprio ad Anagni dove papa Alessandro IV amava soggiornare.
Si narra che l’abate sia rimasto incantato dallo splendido pavimento della Cattedrale tanto da decidere su due piedi che la sua abbazia avrebbe dovuto averne uno uguale nello spazio davanti all’altare. Per De Ware quel pavimento non era solo un meraviglioso decoro ma anche la rappresentazione in forme visibili di un ordine divino e un modo per esprimere la potenza del suo sovrano, re Enrico III.
Fu così che tornò a Londra con il marmoraro Odorico e un carico di marmi pregiati.
Nel 1268 anche l’Abbazia di Westminster ebbe il suo pavimento cosmatesco, con tanto di disegni a guilloche e a quinconce: un quadrato di 7,6 m di lato tra i più raffinati esempi dell’arte cosmatesca fuori dall’Italia.
Al centro campeggia un disco in onice, mentre altri elementi sono in porfirio viola, serpentino verde, calcare giallo e vetro opaco colorato (in rosso, turchese, blu cobalto e bianco). Il tutto incastonato in una base di calcare scuro detto marmo di Purbeck.
La presenza di tanti colori e la base scura al posto del marmo bianco danno un aspetto complessivo molto differente dai pavimenti cosmateschi italiani: un’immagine più uniforme e compatta.
Di questo pavimento l’abate era talmente orgoglioso da scegliere di farsi seppellire proprio al di sotto di quel coloratissimo tappeto lapideo dopo la morte avvenuta nel 1283.
Nel punto in cui era sepolto esisteva una volta un’iscrizione che così recitava: “L’Abate Richard De Ware, che adesso riposa qui, porta addosso quelle pietre che lui stesso ha portato dalla Città”.
La “Città”, manco a dirlo, era Roma.
Brava, brava, bravissima, la tua cultura è entusiasmante, è sempre un piacere e un arricchimento leggere quanto scrivi con sapiente precisione verbale e iconografica
Ti ringrazio!
grazie per il bel contributo e le illustrazioni allegate all’articolo sull’evoluzione dei motivi geometrici in cosmatesco, già sviluppati in tutta l’area del mediterraneo nei mosaici romani, già censiti in 2 straordinari volumi con migliaia di tavole grafiche comparate e testi in 4 lingue ( anche italiano!) “Le décor géométrique de la mosaique romaine” ( ed. Picard, 82 rue Bonaparte Paris 1985
Ne abbiamo a Palermo, nella Cappella Palatina voluta dal normanno RuggeroII Hauteville. Cappella del 1143. E così anche all’interno della Cattedrale di Monreale (Palermo) di Guglielmo II nipote di Ruggero, della fine del XII secolo.
Li conosco bene. Sono palermitana 😉
Bellissima lettura storica … ancor piu’ bello l’inserimento del modello operativo per costruire la rappresentazione di un pavimento … che dire? Brava prof… e grazie
Grazie a te, Luisa 🙂
Sapete che esistono dei mosaici cosmateschi molto antichi, voluti da San Nilo nel X secolo in Calabria presso la Chiesa di S. Adriano e S. Natalia in San Demetrio Corone?
Bellissimo esempio di opus sectile. Il serpente a spirale è davvero superbo!
salve, vorrei chiedere se qualcuno/a mi sa indicare nomi di studiosi oltre a Guido Donatone, Gennaro Borrelli, Lucia Arbace ecc per i pavimenti Maiolicati del 1700 a Napoli
Ottima idea. Le classi ed i Profff. che rivalutano le eccellenze della Ciociaria (spesso sottovalutata!!). Grazie a tutti ed in particolar modo all’amico-collega Pietro A.
Sono una tua ammiratrice e, come sempre, trovo l’argomento trattato interessante e ben svolto. Sono un’appassionata di pavimenti cosmateschi, ma ora vorrei notizie del mosaico pubblicato. Insegno arte alle scuole medie e devo svolgere un progetto sulla rappresentazione dei prodotti dell’orto all’epoca dei romani.
Grazie
A quale opera ti riferisci di quelle dell’articolo?
Grazie per il bellissimo articolo.Io sono di Anagni e sono orgogliosissimo della mia bellissima ed importantissima città.Grazie e complimenti ancora per la sua ricerca
Grazie a te Massimo e salutami la tua città!
Molto interessante, mi sono permesso di condividerlo su Fb perché vale la pena di farlo apprezzare a più persone. grazie
Ti ringrazio, Rinaldo 😀
Con molto piacere ho letto l’articolo che mi ha dato modo di arricchire la conoscenza. i pavimenti cosmateschi visti nelle foto sono meravigliosi è meraviglioso l’ingenio dei motivi e dell’accostamento dei materiali e colori.
grazie interessantissimo !!
😀
Ci sono pavimenti cosmateschi anche in San Giovanni in Laterano?
Sì, sono anche là. I pavimento cosmateschi di Roma sono raccolti in questa pubblicazione di Nicola Severino: https://cosmati.wordpress.com/2012/09/25/pavimenti-cosmateschi-di-roma-pubblicato
Grazie Emanuela, con gli alunni del Liceo Scientifico e Linguistico di Ceccano organizzeremo un tour didattico ” sulle orme cosmatesche ” da Anagni a Westmister.
Wow! Fatemi sapere 😀
Un bellissimo articolo! Grazie all’autrice Emanuela Pulvirenti!!
Ti ringrazio, Anna!
Ogni post un inno alla bellezza. Grazie.
Grazie a te!